ROMA. Dalle relazioni “pericolose” con l’ex stalliere di Arcore, il boss Vittorio Mangano, e col mafioso Tanino Cinà, al fiume di denaro versato sui conti di Marcello Dell’Utri: sono alcuni degli argomenti affrontati nell’interrogatorio a cui è stato sottoposto l’ex premier Silvio Berlusconi, sentito dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e dal pm Lia Sava, come testimone nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta estorsione ai suoi danni commessa dall’ex manager di Publitalia.
Mangano e Cinà? Persone apparentemente perbene, dai modi gentili. Era impossibile sospettarne i legami mafiosi, avrebbe risposto Berlusconi a proposito dei suoi rapporti col capomafia omicida Vittorio Mangano, assunto come stalliere ad Arcore e col boss Tanino Cinà. La verità su Mangano, che l’ex premier ha ribadito di avere conosciuto tramite Dell’Utri, sarebbe emersa solo molto dopo la sua assunzione ad Arcore, quando Berlusconi già non aveva più rapporti con lui.
Ma la parte principale dell’interrogatorio ha riguardato i 40 milioni dati a Dell’Utri in 10 anni, secondo i pm, estorti dall’ex manager di Publitalia. Nessuna estorsione, ha ribadito Berlusconi. Solo delle donazioni fatte a “un amico e prezioso collaboratore” per le sue esigenze personali. Dalle necessità per ristrutturazioni di immobili, all’acquisito di libri (Dell’Utri è un appassionato bibliofilo) alle esigenze di spesa molto elevate dei familiari del senatore. Quanto alla villa sul lago di Como che l’ex premier ha comprato dal senatore, pagata, secondo i pm, una cifra spropositata rispetto al suo reale valore, l’ex premier ha sostenuto che la quantificazione del corrispettivo di vendita era stata fatta in base a una perizia che la valutava sui 21 milioni circa. Durante l’interrogatorio Berlusconi ha consultato una serie di documenti bancari sui bonifici fatti, atti che nei prossimi giorni i legali faranno arrivare ai pm di Palermo.
Sulla vicenda Dell’Utri “il Presidente Berlusconi ha chiarito compiutamente tutti gli aspetti della vicenda. Quali difensori della persona offesa, abbiamo provveduto al deposito di idonea documentazione a ulteriore comprova delle dichiarazioni rese”. Lo affermano Niccolò Ghedini e Piero Longo, avvocati di Berlusconi.
“Ancorché – si legge in una nota dei legali del Cavaliere – fosse pendente avanti il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione la questione di competenza territoriale, e potendosi quindi ragionevolmente attenderne l’esito che interverrà entro pochi giorni, il Presidente Silvio Berlusconi ha reso oggi a Roma la testimonianza che gli era stata richiesta dalla Procura di Palermo”.