PALERMO – “Bernardo Provenzano è ancora socialmente pericoloso? Allora chiederemo che venga collegato in videoconferenza e daremo il consenso alle riprese televisive. Così l’Italia intera sarà contenta. Vedremo tutti assieme che, come sostengono i medici, Provenzano non è in grado di fare pervenire alcuna rinuncia a presenziare al dibattimento”. Così l’avvocato Rosalba Di Gregorio, legale del padrino corleonese, reagisce alla notizia, pubblicata sul ‘Corriere della Sera’, del no del Tribunale di sorveglianza di Bologna al differimento della pena per gravi motivi di salute.
In videoconferenza al processo sulla trattativa tra lo Stato e la mafia. Un processo nel quale la sua posizione è stata sospesa e stralciata per via delle sue condizioni di salute. “Visto che il Tribunale di Sorveglianza di Bologna sostiene che l’imputato possa simulare – prosegue il legale -. Presenterò un’istanza al giudice per le indagini preliminari Piergiorgio Morosini (il gip che ha mandato a giudizio gli imputati per il presunto patto scellerato ndr) affinché la posizione di Provenzano torni a fare parte del processo e in quella sede ne chiederemo il collegamento in videoconferenza”.
Il penalista, che assiste Provenzano assieme all’avvocato Franco Marasà, non risparmia una stilettata ai giudici bolognesi: “Alla nostra istanza di differimento della pena non è seguita alcuna notifica per avvisarci dell’avvenuta fissazione dell’udienza camerale. Evidentemente il tutto si è svolto alla presenza di un difensore d’ufficio”.
L’Italia non sarà contenta di riaprire ferite aperte e mai richiuse. Le salme di persone per bene giacciono nelle tombe da anni ed il loro assassino è ancora vivo e chiede una scorciatoia nell’espiare la pena. Non è giusto. L’avvocato può provarle tutte, ma un pluriomicida mafioso non può tornare libero perchè sta male: sarebbe come dire che resta impunito. Secondo me in tempi di crisi lo stato perde tempo e soldi a continuare a dare spazio e voce a tali personaggi. La televisione non può essere veicolo di messaggi e immagini di persone condannate, soprattutto per reati così gravi.
Capisco che quella è la sua professione ma io non potrei mai difendere un mafioso.
Chi vuole vendetta su Provenzano non è altro che un piccolo Riina