"Pronti a discutere con Orlando |del Piano regolatore portuale" - Live Sicilia

“Pronti a discutere con Orlando |del Piano regolatore portuale”

Dopo la sentenza del Tar che ha bocciato la revoca del Prp da parte del vecchio consiglio comunale di Palermo, parla il presidente dell'Autorità portuale Nino Bevilacqua: "Siamo pronti a dialogare con la nuova amministrazione, ma non possiamo bloccare lo sviluppo della città. Fermare il Piano regolatore del porto significa impedire di riqualificare la costa e farla diventare come è oggi la Cala".

l'intervista a Nino Bevilacqua
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6 min di lettura

Antonio Bevilacqua

PALERMO – “È giusto che la nuova amministrazione guidata da Leoluca Orlando voglia confrontarsi con noi, ma dico a tutti di stare attenti: non possiamo bloccare lo sviluppo della città”. Antonio Bevilacqua, presidente dell’Autorità portuale di Palermo, manda un messaggio chiaro a Palazzo delle Aquile e al consiglio comunale che lo scorso giugno ha revocato il via libera al Piano regolatore del porto dato appena sette mesi prima. Salvo poi essere bacchettato dal Tar, a cui Bevilacqua aveva fatto ricorso, per la mancanza di motivazioni e il rischio di “arrecare un danno alla collettività”. Una nuova puntata di uno scontro fra l’Autorità e Piazza Pretoria, scoppiato su tre porticcioli turistici e i relativi finanziamenti che il sindaco reclama per sé.

Presidente Bevilacqua, il Tar le ha dato ragione…
“Noi abbiamo redatto il Piano regolatore del porto quattro anni fa, ricevendo tutte le approvazioni necessarie, dal Genio civile alla Regione, seguendo tutti i passaggi tecnici previsti. Il piano prevedeva anche una condivisione da parte dell’amministrazione comunale, che però non è un’approvazione perché parliamo di un’area demaniale: si tratta solo di una condivisione per evitare conflitti con il Piano regolatore generale del Comune. Il fatto è che il Piano è rimasto nei cassetti del consiglio comunale per quasi tre anni, inspiegabilmente, e poi a novembre Sala delle Lapidi lo ha condiviso. A quel punto è seguita la fase approvativa definitiva, ovvero il Consiglio superiore dei Lavori pubblici per l’approvazione tecnica e la valutazione ambientale. Eravamo nella parte terminale, non c’era nessun problema. Ma c’è stato un atto deliberativo ulteriore del vecchio consiglio comunale, una volta insediatasi la nuova amministrazione: lo stesso consiglio che qualche mese prima aveva condiviso il Piano, ha fatto un atto deliberativo per annullare la delibera precedente. E noi abbiamo fatto opposizione al Tar, difesi dall’avvocato Gianfranco Pignatone dell’Avvocatura dello Stato, non solo per salvaguardare l’Autorità portuale ma anche i diritti di tutti i cittadini”.

Si aspettava questo verdetto?
“Il Tar si è espresso immediatamente, in quanto era evidente che l’atto del consiglio comunale era assolutamente illegittimo sotto tutti i punti di vista. Palesava la volontà di voler bloccare l’attività senza alcuna giustificazione. Quindi il Tar ha sospeso l’atto di revoca dando seguito al procedimento di approvazione del Piano. Ora seguirà l’approvazione del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. E’ un punto di diritto a cui dobbiamo dare seguito”.

Orlando però reclama a gran voce i porticcioli turistici…
“I problemi sono due e sono totalmente diversi. Il Tar ha detto che il consiglio comunale stava arrecando un danno alla collettività bloccando immotivatamente il Piano. E questo è il primo. Poi c’è il problema dei porticcioli, che rientrano nell’area dell’autorità portuale, ma è una questione indipendente. Se l’amministrazione ritiene che un porto turistico possa essere correttamente inserito nel territorio comunale piuttosto che nella circoscrizione dell’autorità, è un tema diverso”.

Il sindaco però parla anche di decine e decine di milioni di euro che avreste percepito come finanziamenti per i porticcioli…
“Sui soldi si è detto tanto, ma forse non si sono letti nemmeno i bilanci e questo non può che lasciare tutti stupiti noi e i cittadini. Si è parlato di centinaia di milioni che si recuperano dalle concessioni: penso che neanche tutte le Autorità portuali italiane messe insieme raggiungano queste cifre, figuriamoci solo Palermo. Abbiamo un ritorno su tutti i porti di circa 300mila euro l’anno. Di contro, come Stato, abbiamo fatto investimenti di milioni di euro”

Che effetto le hanno fatto questi attacchi del primo cittadino?
“Nessun effetto, l’amministrazione comunale di Palermo fa parte del comitato portuale quindi qualsiasi atto è certamente firmato e approvato anche dell’amministrazione comunale. Su questo non c’è dubbio. A luglio ho anche fatto una relazione specifica al comitato portuale, su cui c’è stata una generale condivisione. Cosa diversa è la strategia da adottare per la città: è corretto che si apra una discussione con la nuova amministrazione per comprendere quali siano le migliori strategie di legge lavorando in sinergia sul waterfront. Da parte nostra c’è ampia disponibilità al dialogo, così da verificare la possibilità di dare una maggiore spinta ai lavori o discutere di una eventuale volontà di avere delle aree in consegna. Ma questo non significa bloccare un iter che fissa le regole urbanistiche”.

Orlando però ha polemizzato anche sui concerti organizzati dall’Autorità portuale, come quello di Sting, finanziati secondo il sindaco proprio con gli stanziamenti per i porticcioli…
“Non la ritengo una polemica, è solo una non conoscenza dei fatti. Così come ho dichiarato altre volte, abbiamo fatto un’attività culturale importante senza spendere un euro perché in bilancio non ci sono soldi previsti per le manifestazioni. Abbiamo organizzato in collaborazione con alcuni sponsor privati degli eventi riqualificando uno spazio che, fino al mio insediamento, era una discarica dentro la città. Io ho trovato cani da combattimento, cavalli per le corse clandestine, rifiuti di vario tipo: forse la città poteva accorgersene prima. E con l’aiuto della Sovrintendenza ho recuperato questo spazio grazie anche ai molti cittadini e alle aziende che ci hanno creduto, dimostrando che quando fai un’attività culturale importante i biglietti si vendono. L’obiettivo era di riqualificare l’area restituendola alla città con un’attività culturale di livello. Ma una cosa è certa: nel bilancio, approvato anche dal Comune, non c’è un capitolo di spese per le attività culturali. Le somme che prendiamo per i porti turistici, dove attraccano anche navi da 40 e 50 metri, le utilizziamo in relazione all’investimento fatto. Qualunque cittadino andando alla Cala può vedere uno spazio riqualificato a cui prestiamo una continua manutenzione. Ci sono panchine perfette e un prato che vive, dove si può andare a correre. E la manutenzione la facciamo noi”.

C’è però una sentenza del 2005 che dà ragione al sindaco sui porticcioli…
“La sentenza parla solo del porto turistico dell’Acquasanta, e la sentenza si rifà ad un ricorso di dieci anni prima quando il porto era totalmente diverso. Nel 2005 era già un porto turistico diverso rispetto al decennio precedente. Inoltre, un decreto del ministero sancisce che siamo in presenza di un porto turistico di carattere nazionale che rientra quindi nella nostra circoscrizione. Io ho sempre detto che dobbiamo cercare di dare qualcosa di nuovo a questa città: pensiamo agli interventi sulla stazione marittima, i primi dopo 60 anni, o alle nuove banchine per l’attracco delle navi. In sei anni, siamo passati da 150mila passeggeri da crociera a 700mila. Tutti i nostri interventi sono stati finalizzati a restituire al porto di Palermo quella che fino a parecchi decenni fa era la sua importanza strategica. Oggi è una porta per l’autostrada del mare”.

Adesso il Prp andrà avanti, quindi…
“Tutti i cittadini possono vedere cosa è oggi la Cala rispetto a cinque anni fa. Bloccare il Prp significa che tutti gli altri spazi rimarranno nello stato in cui sono oggi senza poter essere riqualificati. Poi ognuno si prende le sue responsabilità, tecniche e politiche. E le dico di più: martedì la Commissone europea verrà a Palermo per verifica gli interventi dell’Italia sulla portualità. E il ministero ha scelto proprio il porto di Palermo, e la Cala in particolare, come esempio per dimostrare quanto di buono è stato fatto dall’Italia. Ma vogliono dire a tutti una cosa: stiamo attenti, perché noi siamo aperti a qualunque discussione, è giusto che la nuova amministrazione discuta, ma da quattro anni blocchiamo lo sviluppo positivo della nostra città”.


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