PALERMO – Nuova batosta per l’amministrazione comunale guidata da Leoluca Orlando proprio in vista dell’approvazione del bilancio consolidato 2016. Il collegio dei revisori dei conti non risparmia aspre critiche e durissimi rimproveri all’indirizzo del sindaco e dei suoi uffici. La relazione di 27 pagine stilata da Marcello Barbaro, Calcedonio Li Pomi e Sebastiano Orlando, passando ai raggi x i conti del Comune e quelli delle sue aziende partecipate, nelle conclusioni scrive: “L’organo di revisione esprime valutazione non positiva sul bilancio consolidato 2016. Si ritiene però, pur in presenza delle diverse e significative criticità, connesse soprattutto con la inadeguata gestione dei rapporti economico-finanziari con le società partecipate, che possa essere approvato”.
La relazione del Mef che aveva scosso fortemente il regno di Orlando, continua a dare grane al sindaco, i revisori infatti in più punti della loro valutazione tirano in ballo le osservazioni fatte dagli ispettori del Ministero dell’Economia. Il tallone d’Achille dell’amministrazione Orlando, come già delineato, restano le partecipate: “Il panorama generale delle sette società in house riporta gravi e diffuse criticità e inadempimenti”. E ancora i revisori, d’accordo con gli ispettori, ritengono che sussista “una mancata azione da parte della compagine dirigenziale del Comune, di un monitoraggio delle attività e degli atti di natura gestatoria”. Insomma, non ci sarebbe da parte dell’amministrazione un corretto controllo sulle partecipate, disattenzione che genera la vera minaccia per le casse pubbliche: i disallineamenti. Il mancato equilibrio economico delle partecipate, ovvero i rapporti di credito/debito tra Comune e aziende, ha creato l’ormai noto buco complessivo di 42milioni di euro. Buco che i revisori imputano principalmente ad “un mancato esercizio di controllo, a un del tutto inadeguato contenuto dei contratti di servizio”. Per i revisori “il contenuto generico dei contratti, la sostanziale indeterminatezza dei alcune clausole” è tra le cause dirette dei disallineamenti, soprattutto dei crediti che successivamente pretendono le partecipate. Crediti a cui le società, principalmente Amat e Rap, non vogliono assolutamente rinunciare nonostante la richiesta formale da parte del Comune delle scorse settimane.
Ma non finisce qui, il capitolo sulle aziende contiene altre osservazioni durissime: “Malgrado vi fosse ampia consapevolezza delle disfunzioni – si legge – e delle irregolarità nella gestione dei rapporti con le partecipate e si fossero ricevute sollecitazioni a mettere in atto delle soluzioni, il Comune ha continuato a tenere un atteggiamento gestionale e amministrativo dilatorio e di sostanziale inerzia”. Barbaro, Li Pomi e Orlando fanno notare inoltre che questi gravi disallineamenti costituiscono di fatto un concreto motivo per dichiarare illegittima l’approvazione dello scorso settembre del rendiconto 2016 da parte del Consiglio comunale: il documento infatti sarebbe stato varato “in assenza della certezza giuridico contabile della consistenza al 31/12/2016 delle reciproche partite debitorie/creditorie del Comune con i propri organismi partecipati e dunque in difformità alle vigenti disposizioni normative”. E ancora: “Fra la data di approvazione del rendiconto e la presentazione del progetto di bilancio consolidato infatti, l’entità delle partite debitorie è incrementata di altri 5 milioni di euro”. In soldoni i disallineamneti tra Comune e partecipate tra settembre 2017 e febbraio 2018 sarebbero decisamente lievitate.
Non sono però solo le partecipate a destare la preoccupazione dei revisori, ma anche il conto economico del Comune. Il risultato economico di Palermo viaggia con un preoccupante segno meno, una perdita d’esercizio che nel 2016 ammontava a più di 187milioni di euro e che dopo le operazioni di consolidamento “si incrementa di ulteriori 40milioni. Va evidenziato pertanto – scrivono i revisori – che il Comune di Palermo opera in condizioni di diseconomicità anche a prescindere dai risultati delle società partecipate”. L’amministrazione infatti naviga a vista a causa dei forti crediti che vanta ma che non riesce a riscuotere, come quelli tributari derivati dai cittadini che evadono le tasse. E’ questa la voce più consistente tra i crediti e che ammonta a quasi 361milioni di euro.
Ma è nelle conclusioni del documento che arrivano le parole più dure: “Quanto sopra non può e non deve significare che potrà essere ulteriormente tollerato, anche alla luce di quanto rilevato dalla Ragioneria generale dello Stato, il permanere della situazione attuale fino all’approvazione dei documenti contabili relativi all’esercizio 2017”. I revisori danno infine un ultimatum neanche troppo velato in relazione al pasticcio disallineamneti: “Non potrà essere positivamente esaminato il rendiconto della gestione 2017 qualora non risultassero ancora assunti i provvedimenti necessari ai fini della riconciliazione delle perdite debitorie e creditorie come chiaramente prescritto dalla normativa”. Insomma un pasticcio dietro l’altro per la macchina amministrativa guidata dal “Professore”, che ora potrà andare avanti e finalmente mettere in pratica tutte quelle azioni di governo, tra cui le nomine dei nuovi consigli di amministrazione, rimandate in vista proprio dell’approvazione di questo documento che così com’è sembra fare acqua da tutte le parti. Ora la parola passa al Consiglio comunale: se la maggioranza resterà salda, potrebbe varare il consolidato entro giugno con un ritardo di quasi un anno, visto che il termine ultimo per l’approvazione era settembre 2017.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Nelle ultime settimane è stato Ugo Forello, capogruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio, a sollevare quasi ogni giorno denunce all’indirizzo del sindaco proprio sullo stato di salute dei conti pubblici e della correttezza delle procedure adottate dall’Amministrazione comunale. Oggi la relazione dei revisori: “Il documento rappresenta una fotografia spietata della realtà ed evidenzia i molteplici inadempimenti di cui si è resa responsabile l’amministrazione comunale negli ultimi anni. La nota – continua – certifica la cattiva gestione economico-finanziaria del sindaco Orlando. È urgente avviare una nuova fase al Comune, prima di tutto riconoscendo la gravissima situazione nella quale ci troviamo, ed avviare subito una unità di crisi che possa individuare i provvedimenti più urgenti da intraprendere. Non c’è più tempo da perdere”. Anche il forzista Giulio Tantillo non le manda certo a dire: “La bocciatura dei revisori mette a nudo l’incapacità di questa amministrazione. Da tempo denuncio le gravi irregolarità in seno alla gestione di Rap, per esempio, che rasentano l’improvvisazione. Appare singolare – continua – che alcuni consiglieri che oggi appaiono preoccupati sono gli stessi che hanno votato il rendiconto 2016 pur in presenza degli stessi disallineamenti oggi messi in luce. Forza Italia ha votato contro quel documento per gli stessi motivi che hanno portato oggi i revisori a stroncare il progetto di bilancio consolidato”. Per Fabrizio Ferrandelli: “La relazione certifica una situazione a noi nota da mesi. Adesso che l’analisi imparziale dei conti e la nostra ferma opposizione sta lasciando emergere il vero danno gestionale di questi anni, smentendo passo dopo passo quanto dichiarato nella scorsa campagna elettorale da questa amministrazione sul risanamento dei conti, bisogna concentrarsi in Consiglio con atti di indirizzo che impediscano di usare le aziende controllate come bancomat per iniziative e consulenze. Dobbiamo spingere i cda verso processi di efficientamento ed industrializzazione dei processi produttivi. Siamo preoccupati per l’atteggiamento dell’amministrazione – conclude – che come uno struzzo mette la testa sotto la sabbia negando i problemi. Non disperiamo perché con le nostre proposte ed i correttivi possiamo indirizzare meglio le cose”.