Il rendiconto 2010 del comune di Palermo resta in alto mare. Come se non bastasse un consiglio ostaggio di spaccature di partito e veti incrociati, che gli hanno impedito di fatto di approvare o di bocciare il bilancio consuntivo sperando che lo facesse il commissario, ecco la novità del giorno: il commissario ad acta non potrà farlo perché il suo mandato è ormai scaduto. A rivelarlo è stato il capogruppo dell’Mpa, Leonardo D’Arrigo, che ha scritto una lettera a tutti i consiglieri.
Antonio Garofalo infatti, funzionario del Dipartimento regionale per le Autonomie locali, è stato nominato commissario il primo giugno col compito di “verificare l’iter procedurale di approvazione del rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario del 2010”, sollecitare giunta e consiglio a varare l’atto dando anche un termine ultimo e, se questo non bastasse, “adottare il provvedimento sostitutivo di adozione”. La nomina è stata notificata il 21 giugno e sono ormai passati, quindi, i 60 giorni a disposizione del funzionario regionale per l’espletamento del proprio compito.
A questo punto, la Regione dovrebbe varare una proroga del mandato o affidarlo nuovamente allungando ulteriormente i tempi. Il commissario aveva già dato un ultimatum a Sala delle Lapidi e, a norma di legge, l’Aula avrebbe avuto solo fino a lunedì per esitare l’atto sempre che non lo facesse prima il commissario. L’ufficio di Presidenza, quindi, ha convocato per lunedì prossimo la seduta ma adesso, vista l’impossibilità del provvedimento sostitutivo, Palazzo delle Aquile avrà tutto il tempo necessario per discutere il consuntivo.
“I consiglieri dei gruppi di opposizione – scrive D’Arrigo – avevano, in sede di bilancio di previsione 2011, segnalato all’assessore e al Ragioniere Generale la necessità di approvare il rendiconto finanziario 2010 non solo per gli obblighi di legge, ma anche per avere la disponibilità immediata dell’utilizzo delle risorse derivanti dai residui”. Una segnalazione non colta, secondo il capogruppo Mpa, che evidenzia come “le responsabilità dei ritardi siano tutte addebitabili all’Amministrazione attiva”. Un rimprovero arrivato anche dai Revisori, che hanno bacchettato la giunta per aver varato il provvedimento il 12 luglio malgrado il termine sia fissato per legge alla fine di aprile.
La mancata approvazione del bilancio consuntivo avrebbe, in realtà, conseguenze più politiche che pratiche, vista la riluttanza di alcuni consiglieri di centrodestra nell’avallare le scelte politiche dell’amministrazione Cammarata, ma potrebbe provocare anche ulteriori problemi: il rendiconto libera 14 milioni, di cui sette per i debiti fuori bilancio e sette da dividere fra teatri (6,5) e disabili psichici (0,5), anche se il Ragioniere potrebbe dirottarli per rimediare al probabile squilibrio dei conti causato dalla manovra che il Parlamento si appresta a varare. Una eventuale bocciatura o un allungamento dei tempi impedirebbero un’immediata disponibilità delle risorse indipendentemente dalla loro destinazione. Il centrodestra, nell’ultima sessione, ha tirato un sospiro di sollievo vedendo concretizzarsi la possibilità che a varare il tutto fosse il commissario ma adesso i nodi potrebbero venire al pettine.
“Il consiglio comunale a partire da lunedì prossimo – scrive D’Arrigo – ha tutto il tempo necessario di discutere e votare il rendiconto, facendo propri i rilievi del Collegio dei revisori e accertando le irregolarità nella gestione amministrativa segnalate dalla Corte dei Conti”.