Bimbo con problemi dopo il parto: "Non è stato disposto taglio cesareo" - Live Sicilia

Bimbo con problemi dopo il parto: “Non è stato disposto taglio cesareo”

Un ginecologo è finito sotto processo per lesioni.

CATANIA – Un dramma familiare arriva in un’aula giudiziaria. Da una parte due genitori che chiedono giustizia per un figlio che dopo il parto ha avuto gravi problemi psicomotori e di linguaggio, dall’altro un ginecologo rinviato a giudizio per lesioni gravi.

Il processo e le accuse

Il processo si è aperto ieri davanti al giudice Ottavio Grasso. Secondo la tesi accusatoria “il medico avrebbe omesso di disporre il parto della persona offesa mediante taglio cesareo a fronte di un tracciato che pare evidenziasse la persistenza di sintomi di sofferenza fetale, per colpa consistita in negligenza ed imperizia, cagionando al nascituro, una malattia che ne metteva in pericolo la vita, nello specifico una grave encefalopatia post-asfittica”.

L’udienza

Nel corso dell’udienza si sono svolte le richieste preliminari ed istruttorie. Il giudice ha citato come responsabile civile il Policlinico di Catania, così come richiesto dai legali della famiglia, l’avvocato Graziella Pappalardo per la madre e l’avvocato Christian Petrina per il padre. Il difensore dell’azienda ospedaliera universitaria ha che ne ha chiesto l’estromissione dal processo.

Il legale del Policlinico, tuttavia, formulava nell’immediatezza istanza di estromissione. A questa istanza sono seguite le repliche del pm, delle parti civili e dei difensori dell’imputati,  dell’Azienda propria assistita cui seguivano nell’ordine, le repliche del pm e dei difensori, gli avvocati Riccardo Musumeci e Vania Cirese. Il giudice ha rigettato la richiesta. 

Il drammatico racconto dei genitori

Drammatico è stato l’esame dei due genitori che hanno raccontato tutte le fasi del parto. La mamma si sarebbe immediatamente accora che il piccolo appena nato era cianotico e scuro. Il neonato è stato per 27 giorni in terapia intensiva dopo il parto e ancora oggi accusa gravi problemi motori e di linguaggio, forse causati da un’esposizione prolungata ad ipossia.

Il processo è stato rinviato al prossimo 16 febbraio 2021, quando saranno sentiti i testi del pm. 

“Da 4 anni aspetto questo giorno – ha commentato la mamma al termine dell’udienza –  raccontare pubblicamente quello che abbiamo vissuto e che viviamo tutti i giorni. È stato molto doloroso, ma l’ho fatto per mio figlio e per tutti quei bambini che non hanno voce. Siamo noi la loro voce. La strada è lunga, ma spero che alla fine la giustizia faccia il suo corso”.

“Riponiamo piena fiducia nella Magistratura – dichiarano in una nota gli avvocati Pappalardo E Petrina – Noi non vogliamo attuare nessuna caccia alle streghe, ma ci batteremo fino in fondo per far si che emerga la verità dei fatti che, a nostro giudizio, è abbastanza chiara ed inequivocabile”. 

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