CATANIA – Non hanno ancora potuto abbracciare per l’ultima volta il loro piccolo Daniel. Pierpaolo Carani e sua moglie Maria Elisabetta Viro chiedono chiarezza sulla morte del figlio all’Ospedale Garibaldi Nesima. La loro storia inizia l’otto gennaio quando la donna alla trentanovesima settimana di gravidanza si reca al pronto soccorso dell’ospedale etneo perché “non sente il bambino” che porta in grembo. Secondo la ricostruzione dei genitori, a quel punto, i medici le avrebbero eseguito il tracciato e detto che tutto procedeva bene. Passa una manciata di giorni, l’undici gennaio Maria Elisabetta accusa dei dolori addominali e corre all’ambulatorio del Garibaldi. I camici bianchi iniziano a farle il tracciato, ma poco dopo si sarebbero fermati. “La macchina non funziona”, si sarebbe sentita rispondere la donna, che nel frattempo avrebbe visto altre persone sottoporsi all’esame. Al pronto soccorso le parole dei medici la rassicurano. “E’ tutto a posto”, avrebbero detto ancora una volta i sanitari.
Appena una settimana dopo, il diciotto gennaio la mamma si sottopone a un altro tracciato. Ma dall’esame “non si riscontrono segni vitali”. Daniel non ce l’ha fatta. La donna viene così ricoverata per le rituali procedure di espulsione del feto. Ma il dramma di Piepaolo e Maria Elisabetta, già genitori di un altro bimbo di sei anni, non è ancora finito. Il padre del piccolo chiede di potere vedere il corpicino del figlio ma la sua richiesta sarebbe stata negata. Qualcosa non torna e l’uomo decide di mettersi in contatto con i propri legali. Da qui parte un esposto ai carabinieri di Nesima. E’ il desiderio di fare chiarezza a spingere Piepaolo a lanciare un appello. “Voglio sapere tutta la verità su questa storia”, dice. “Voglio sapere perché mio figlio è morto”. “Voglio sapere se è morto per cause naturali e se c’era qualche piccola possibilità di salvarlo”, dice Pierpaolo.
Subito dopo la denuncia, presentata il pomeriggio del 20 gennaio, è stata aperta un’indagine da parte della Procura di Catania. I due genitori, assistiti dal penalista Christin Petrina e dal civilista Fabio Di Prima, stanno seguendo passo dopo passo gli accertamenti disposti dal pm Alessandro Fragalà, titolare dell’inchiesta. I militari hanno già sequestrato la cartella clinica e stanno approfondendo in maniera certosina la documentazione in loro possesso. Intanto Pierpaolo e Maria Elisabetta attendono che sia autorizzata la restituzione della salma per poter organizzare i funerali del piccolo Daniel.