Biondo, via al bilancio 2015| Ma si attende l'assestamento - Live Sicilia

Biondo, via al bilancio 2015| Ma si attende l’assestamento

Lo Stabile attende di capire se gli stanziamenti dei soci verranno o meno confermati. Ad aprile previsto un assestamento. Intanto continua lo sciopero della Cgil.

PALERMO – Un bilancio 2015 che ha il sapore del provvisorio, in attesa di un assestamento che si terrà solo in aprile. Il Teatro Biondo stringe i denti: defilatasi definitivamente la Provincia, lo Stabile di Palermo può contare solo su Comune, Regione e Fondazione. La Regione, però, è in esercizio provvisorio e solo tra qualche mese si capirà se confermerà o meno gli stanziamenti dello scorso anno, pari a poco più di 3 milioni. Palazzo delle Aquile dovrebbe confermare 1,7 milioni, ma anche per questo si attende il bilancio.

Le cifre sono necessariamente quello dello scorso anno e quindi per il momento si andrà avanti in dodicesimi fino in primavera. L’incognita è rappresentata però dal contributo ministeriale: mandato in soffitta il Fus, il Mibac dovrebbe ripartire le somme sulla base di chi è Teatro Nazionale e di chi, come il Biondo, è stato “declassato” a Teatro di rilevanza culturale. Una bocciatura più di immagine che di sostanza, visto che la differenza tra i due titoli dovrebbe essere di poco meno di 200mila euro.

LA NOTA DELLA CGIL
Continua anche oggi la protesta e il volantinaggio dei lavoratori del Biondo davanti ai cancelli del Teatro. Lunedì i dipendenti saranno in assemblea permanente e a metà mattinata i sindacati sono stati convocati dal direttore del teatro, Roberto Alajmo. Ieri, prima delle quattro iniziative di sciopero indette dalla Slc Cgil (tre ore di astensione venerdì, sabato e domenica) uno spettatore, non aderente a una sigla sindacale, prima dell’inizio dello spettacolo ha letto di sua spontanea iniziativa in sala il volantino della Slc Cgil, che spiegava le ragioni del malessere dei lavoratori. La Slc Cgil puntualizza di “aver avuto ragione nel credere al rilancio del Teatro Biondo, rilancio che è puntualmente avvenuto come dimostrano i numeri delle ultime due stagioni”. Il sindacato in questi giorni manifesta per spiegare che l’obiettivo è stato raggiunto con la rinuncia, in questo anno e mezzo, da parte dei dipendenti, a una parte non indifferente delle retribuzioni. “Dopo aver raggiunto questo rilancio culturale, con abbonati triplicati e incassi raddoppiati, il teatro in maniera irresponsabile e unilaterale ha eliminato l’accordo integrativo aziendale, ha quasi dimezzato l’indennità di trasferta e non ha pagato lo straordinario effettuato, mettendo in ginocchio economicamente i lavoratori e le loro famiglie”. Oggi agli abbonati del Teatro sarà letto un nuovo volantino. Confortati dalla solidarietà del pubblico, che ieri ha accolto la lettura della nota con un applauso, oggi l’Slc Cgil ha deciso di rendere nota l’entità dei tagli. “Questi sacrifici non sono più sopportabili anche alla luce, e questa verità cari abbonati dovete saperla, degli stipendi di questo teatro: oggi un lavoratore del Teatro Biondo, tra il primo e il quarto livello, in media guadagna 1.100 euro al mese. Mentre ci sono consulenti che guadagnano 50 e 60 mila euro l’anno e il nostro dirigente 130 mila. Pertanto inizieremo ad adottare tutte le forme di lotta necessarie a tutela dei diritti dei lavoratori, del diritto di cittadinanza della cultura a Palermo e della esistenza in vita di una istituzione culturale come il Teatro Biondo”.

LA NOTA DI CUSUMANO
“È inaccettabile che Roberto Alajmo tagli di quasi il 40% lo stipendio dei dipendenti del Teatro Biondo, senza sentire il bisogno di decurtare il suo più che munifico compenso per la Direzione dello Stabile di Palermo, che ammonta a 11.000 euro al mese”. Lo dice il consigliere comunale del Mov139 Giulio Cusumano, il quale continua: “È oltremodo antipatico, oltreché presuntuoso, pretendere di ascrivere a stessi, come fa Alajmo, il rilancio del Teatro Biondo, invece di condividerlo con l’intera struttura che non è di sua proprietà ma è mantenuta con un largo uso di fondi pubblici. Cercare di risparmiare risorse è sacrosanto, in tempi di spending review, ma è troppo comodo farlo solo sulla pelle delle maestranze del Teatro, le quali hanno anche loro contribuito con il proprio lavoro, ben oltre gli orari di servizio, al rilancio della struttura. “Questo è solo l’ultimo dei motivi che ci inducono a richiedere senza indugio le dimissioni di Roberto Alajmo”. “Alajmo rivendica di aver triplicato gli abbonamenti al Biondo, peccato che lo ha fatto a spese dei dipendenti del Teatro e con fondi pubblici, se è vero che ad oggi si registrano i prezzi di ingresso più bassi della storia. Se lo fa con una struttura privata o con il suo compenso sono cavoli suoi, ma se lo fa con i soldi pubblici sono affari della città. Quando ero vicepresidente dell’Ast, rinunciai al 35% del mio onorario prima di toccare le retribuzioni dei dipendenti”.

 


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