PALERMO – Il colpo di scena è arrivato ieri pomeriggio. Con un’assemblea dei soci della Airgest, per più del 99 per cento in mano alla Regione siciliana, che ha nominato il nuovo cda della società di gestione dell’aeroporto di Birgi. Solo una settimana dopo la nomina dei burocrati Gianluigi Amico e Lucia Di Fatta, che ora da direttori generali devono dedicarsi ad altro. E così, con una significativa eccezione rispetto alla regola fin qui applicata di piazzare gabinettisti nel sottogoverno in attesa delle elezioni politiche, sono stati scelti nuovi vertici già “operativi”. A partire dal presidente, Paolo Angius, che in questi anni era stato vicepresidente come espressione dei soci privati, che hanno salutato la compagnia l’anno scorso quando nubi scurissime si addensavano sul futuro di Birgi, Nubi ancora non diradate, soprattutto dopo che il Tar ha bocciato il bando che avrebbe dovuto assicurare i voli per la stagione estiva e contro il quale ha ricorso, con successo, Alitalia.
Il cda oltre ad Angius vede il commercialista di Marsala Saverio Caruso, nome apprezzato in Forza Italia, e anche un po’ di brand antimafia con l’imprenditrice Elena Ferraro che politicamente si è spostata da Crocetta a Musumeci.
Angius, avvocato sardo ma da molto tempo attivo in Sicilia, era già stato presidente dell’aeroporto di Pisa e di Toscana aeroporti e per un breve periodo era stato presidente anche di Airgest. Nell’ultimo decennio era stato numero due della società di gestione. Nelle sue mani passa la patata bollente del futuro dell’aeroporto. Già stamattina il primo cda, per l’insediamento dei nuovi membri. Lunedì prossimo una riunione operativa per capire il da farsi. L’obiettivo è salvare il salvabile in tempo per la stagione estiva. “Ragioneremo sulla possibilità di adottare un nuovo bando o su tute le altre misure adottabili, che passeranno dal coinvolgimento degli operatori territoriali locali”.
Al momento le possibili strade da percorrere sono un ricorso al Cga contro la sentenza del Tar che ha smontato il bando – che riguardava i prossimi due anni – oppure l’adozione di un nuovo bando in urgenza, che però anche stringendo al massimo i tempi, porterebbe comunque alla primavera inoltrata. Si vedrà anche di aprire un confronto con compagnie minori per rivitalizzare lo scalo. E probabilmente il nuovo management di Airgest proverà a battere cassa con la Regione, che ha già stanziato con l’assessore regionale al Turismo le somme per i prossimi due anni, soldi che però permetterebbero di fare un bando un po’ magro e forse non troppo allettante per i vettori.
Nel futuro, poi, resta l’ipotesi della creazione di un polo aeroportuale, che metta insieme tutti gli scali siciliani o almeno i due della Sicilia occidentale, entrambi saldamente in mano pubblica.