Bloccarono i treni per protesta | Slitta l'apertura del processo - Live Sicilia

Bloccarono i treni per protesta | Slitta l’apertura del processo

Intanto il Comitato cittadino "Rivogliamo l'ospedale" prosegue la battaglia.

Al 21 dicembre
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CATANIA. Si tornerà in aula il prossimo 21 dicembre, davanti al giudice della prima sezione penale del tribunale di Catania Maria Paola Cosentino, nell’ambito del processo che vede imputati per interruzione di pubblico servizio e attentato alla sicurezza dei trasporti 35 tra ex amministratori pubblici, rappresentanti di comitati e associazioni e cittadini comuni. Quella che doveva essere l’udienza di apertura del processo si è conclusa con un nulla di fatto per una serie di difetti di notifica.

Una vicenda giudiziaria scaturita da un moto di protesta originato da un presunto caso di malasanità avvenuto nel 2015, l’ennesimo nel comprensorio ionico etneo dopo la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Isidoro. La morte sospetta di Maria Mercurio dà il via ad una serie di proteste sfociate il 23 ed il 25 maggio nel blocco del transito dei treni alla stazione ferroviaria di Giarre e Riposto. Tra gli imputati anche l’ex vice sindaco di Giarre Salvo Patanè, l’ex candidata sindaco di Giarre Tania Spitaleri e diversi consiglieri comunali dell’hinterland. Presenti in aula in segno di solidarietà il sindaco di Giarre Angelo D’Anna ed alcuni consiglieri comunali. Intanto il 2 marzo sarà celebrata l’udienza per la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Catania proprio per il decesso di Maria Mercurio. I familiari della donna saranno rappresentati in aula dall’avvocato Enzo Iofrida, che assiste anche una decina di imputati nel processo per l’occupazione dei binari ferroviari. “Sono molto contento di aver visto in aula il sindaco ed alcuni consiglieri comunali di Giarre – dichiara il legale – Mi spiace di contro non aver visto altri rappresentanti istituzionali dei comuni del comprensorio. L’interesse di coloro che hanno protestato non era certamente quello di bloccare i treni in transito ma di accendere i riflettori – conclude Iofrida – su una vicenda, l’emergenza sanitaria nell’hinterland, a quanto pare non ancora risolta”.

Per questo motivo la battaglia del Comitato cittadino Rivogliamo l’ospedale non si è ancora conclusa, anzi prosegue con ancora più determinazione. “Ancora una volta, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, non possiamo non ribadire l’altissima criticità e l’elevato rischio costituito dall’inadeguata assistenza sanitaria nel nostro territorio – spiega Angelo Larosa, rappresentante del Comitato e anch’egli imputato per l’occupazione dei binari – È di recente accadimento il caso della trentunenne giarrese per la quale il sistema delle ambulanze medicalizzate, introdotto all’indomani dell’entrata in vigore della fatidica determina 664 del 20 aprile 2015, è risultato inadeguato. Senza entrare nel merito delle cause che hanno effettivamente determinato la morte della donna (senza denuncia ed esame autoptico non è possibile stabilire le reali cause), tale ennesimo episodio – conclude – ci ha portato a presentare nuovamente un esposto alla Procura della Repubblica per le inadempienze nell’attuazione della delibera ASP sopra citata”.

Il Comitato attende ora di incontrare, subito dopo le ormai prossime elezioni, l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza per evidenziare le criticità sanitarie del comprensorio e chiedere la riapertura del pronto soccorso.


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