TERMINI IMERESE (PALERMO) – C’è rabbia e preoccupazione a Termini Imerese (Pa) tra gli operai della Blutec, la società del gruppo Metec Stola che ha riaperto due anni fa l’ex fabbrica della Fiat. I sindacati chiedono risposte e per giovedì hanno indetto una nuova assemblea e lanciano un appello al capo dello Stato, Sergio Matterella, al quale chiedono un intervento, da siciliano, in attesa della formazione di un Governo a Roma. Nei giorni scorsi, Invitalia, l’advisor del ministero dello Sviluppo economico, incaricato di valutare le offerte per il rilancio del polo industriale, ha avviato le procedure per ottenere da Blutec la restituzione di 20 milioni, una quota dei finanziamenti pubblici destinati alla ripresa produttiva. “Gli operai non possono aspettare gli iter burocratici – dice il segretario regionale della Fiom Roberto Mastrosimone – servono risposte. La Fiat ha ancora delle responsabilità qui, se entro giovedì non arriveranno siamo pronti alla mobilitazione”.
Per il rilancio del polo industriale, l’accordo di programma quadro siglato al Mise quattro anni fa, prevedeva l’avvio di due progetti uno del valore di oltre 90 mln di euro per la costruzione di componenti per auto e uno da circa 190 mln per la produzione di veicoli elettrici, e riassunzione di 800 operai, tra diretti e indotto, entro il 2018. Il primo progetto è partito due anni fa, quando lo stabilimento ha riaperto sotto le insegne di Blutec e con l’ingresso di 20 lavoratori; il secondo, invece, che per i sindacati potrebbe assicurare la piena occupazione, è rimasto al palo. Su 750 ex operai di Fca solo 120 sono stati riassunti, gli altri sono ancora in cig. mentre i circa 300 operai dell’indotto sono stati licenziati. Per la Fiom, “Fiat deve assumersi la propria responsabilità”. “C’è un accordo con Blutec per la riconversione in elettrico dei Doblo prodotti da Fca in Turchia, chiediamo intanto che spostino le commesse a Termini Imerese”. “Ci appelliamo a Mattarella, intervenga” conclude la nota del sindacato.
(ANSA).