GIARRE – I sindaci del distretto sanitario di Giarre invieranno oggi una lettera al commissario straordinario dell’Asp Gaetano Sirna, per chiedere la convocazione di un tavolo tecnico urgente sul futuro dell’ospedale San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro. Così è stato deciso ieri mattina nel corso della riunione straordinaria svoltasi al Municipio di Giarre, tra i rappresentanti dei dieci comuni del distretto 17. Una riunione che, nonostante qualche defezione, mancavano all’appello i sindaci di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia, oltre ai commissari straordinari di Mascali, ha mostrato, forse per la prima volta, un fronte compatto. E’ il sindaco di Giarre a tracciare subito una linea di demarcazione con il recente passato. “Dobbiamo fare capire al commissario straordinario dell’Asp, e poi al direttore generale che verrà in futuro, che è finito il periodo in cui si acconsentiva a tutto – ha dichiarato Roberto Bonaccorsi – Un periodo nel quale le decisioni passavano sopra le teste dei nostri concittadini. Non vogliamo più farci prendere in giro. Il commissario dell’Asp deve dirci qual è l’intenzione dell’azienda. Se hanno l’intenzione che tutti noi abbiamo capito, lo dicano chiaramente e se ne assumano la responsabilità. Ma tutto ciò non può avvenire con il nostro consenso. Non si può assistere ogni giorno ad uno scippo”.
Dure le parole di Bonaccorsi, subito dopo, quando denuncia la messa in atto di un progetto ben definito. “L’obiettivo è palesemente quello di togliere risorse umane a Giarre e portarle altrove – prosegue il sindaco di Giarre – E’ un piano strategico. Togliere la possibilità di essere produttivi, giustificando poi con la non produttività, lo scippo di tutto il resto”. Gli stessi toni utilizzati dal primo cittadino di Riposto, Enzo Caragliano, che inizia ripercorrendo le note vicissitudini del presidio ospedaliero di via Forlanini. “Stanno continuando a portare avanti una politica di spoliazione dell’ospedale Sant’Isidoro – ha detto il sindaco di Riposto – Già nel 2008 avevamo rappresentato l’assurdità di andare a depotenziare l’ospedale di Giarre a vantaggio di quello di Acireale, nonostante quest’ultimo sia sotto la cappa imperante del Cannizzaro, del Policlinico, del Vittorio Emanuele e del Garibaldi, strutture di altissima specialità e di grande livello. Quindi se c’era una struttura che andava depauperata era quella di Acireale”.
Caragliano denuncia poi le gravi azioni perpetrate nel corso degli anni per raggiungere l’obiettivo, la chiusura del nosocomio, e suona la carica. “Noi sindaci dobbiamo avere la forza di andare a confrontarci in un tavolo tecnico con il commissario straordinario dell’Asp e poi anche con l’assessore regionale alla Sanità – prosegue Enzo Caragliano – perché devono spiegarci le ragioni per cui l’ospedale continua ad essere depotenziato. Ci hanno già tolto artatamente quelle che erano le unità più operative, smantellandole col tempo con la scusa dei problemi di stabilità della struttura. Hanno chiuso reparti per mesi e mesi, in modo da falsare i report, cioè la redditività, rendendoli negativi. Loro devono spiegarci perché accorpano oggi i quattro posti di Cardiologia alla Medicina. Devono spiegarci – continua il sindaco di Riposto – perché la sala operatoria passa da urgenza-emergenza ad elezione. Vorrei capire, io che faccio il chirurgo, che cosa me ne faccio di una sala operatoria quando non ho né posti letto, né posti programmati, né degenza. Si tratta di un ulteriore colpo di mano per chiudere definitivamente l’ospedale. Sulla scorta di questa determina con cui d’imperio il commissario straordinario riduce, accorpa, svilisce l’ospedale, noi dobbiamo rappresentare le esigenze del nostro territorio”.
Parole condivise anche dagli altri primi cittadini, che si sono detti pronti a sostenere tutte le azioni volte alla salvaguardia del presidio ospedaliero. Per la prima volta da Giarre sembra partita una vera controffensiva da parte delle istituzioni.