PALERMO – Dice che “non è una rottura”, ma non fa mistero di guardare con interesse al Movimento 5 Stelle. Per quello che Salvatore Borsellino non vuole chiamare un nuovo endorsement, ma che ha tutto l’aspetto di un cambio di rotta per le “Agende rosse” alla vigilia della presentazione delle liste. A poco meno di 24 ore dal post con il quale il fratello del magistrato ucciso in via D’Amelio ha annunciato su Facebook l’intenzione di ritirare il sostegno a “Rivoluzione civile”, Antonio Ingroia non ha ancora chiamato Borsellino: “Ci siamo sentiti prima di quel post – dice il fratello del magistrato – e Ingroia mi ha comunicato che mancava un’ora alla chiusura delle liste”.
Insomma, la rottura è sempre più vicina.
“Innanzitutto non mi piace chiamarla rottura. Sono perplesso, ma mi riservo ancora uno spazio per vedere le liste. Finora ho sentito voci, impressioni”.
Che non le sono piaciute.
“La mia presa di posizione, la mia manifestazione di perplessità è dovuta al fatto che mentre Rivoluzione civile era nata in una certa maniera, che mi aveva portato all’adesione, adesso sembra che la strada sia cambiata”.
In cosa è cambiata?
“Era stato fatto un appello alla società civile, e in prima battuta al mio movimento. Nel momento in cui ho manifestato l’intenzione di non candidarmi, e ho comunicato la disponibilità di alcuni esponenti del movimento a far parte delle liste, non è stato dato il giusto peso a questa disponibilità. Si è scelto di lottizzare le prime posizioni e poi, a poche ore dalla chiusura delle liste, è stata presa in considerazione la possibilità di inserire questi giovani. È questo che mi ha lasciato perplesso: io ho sempre sostenuto i giovani”.
E da ieri sera non vi siete sentiti.
“Quando Ingroia mi ha telefonato mancava un’ora alla chiusura delle liste e mi è stato detto che c’era da verificare in che posizione mettere gli esponenti delle Agende rosse, perché purtroppo sono queste le cose di cui in queste ore si discute”.
Mi pare di capire che con un cambiamento di posizioni la rottura potrebbe rientrare.
“Non sto a contrattare posizioni in lista: semplicemente non è stato dato il giusto peso a quest’esperienza. Sembra che volessero metterci in lista per portare voti a politici che senza questa opportunità non sarebbero entrati in Parlamento. E che adesso si candidano occultando i loro simboli. Di questo si tratta: di un occultamento di simboli”.
Si riferisce in particolare a qualcuno dei partiti confluiti in “Rivoluzione civile”?
“Mi riferisco ai simboli dei partiti che sarebbero spariti dal Parlamento, come l’Italia dei valori, o a quelli che in Parlamento già non c’erano. Poi, all’ultimo momento, hanno pensato a noi”.
Se questa rottura si consumasse, sarebbe possibile valutare un endorsement…
“Le mie posizioni sono posizioni personali. Il movimento è fatto da persone libere che pensano con la propria testa: ognuno di loro valuterà. Io non do indicazioni”.
Sì, ma stavo dicendo: visto che molti altri esponenti del movimento antimafia sono in campo – penso a Pietro Grasso, al presidente Rosario Crocetta, a Francesco Forgione – valuterebbe un endorsement, anche a titolo personale, a qualcun altro?
“Se io pensassi… anzi, posso usare il plurale: se noi pensassimo a un appoggio a qualcun altro subentrerebbe il fatto che il mio è un movimento di giovani. Ci sono tanti altri giovani che spesso hanno combattuto le nostre stesse lotte. Per quanto mi riguarda, ma questa è una valutazione che condivido con tanti altri esponenti del mio movimento, cercheremmo dei nomi che conosciamo, nomi di persone con le quali abbiamo condiviso lotte. Tanti di questi nomi militano nel Movimento 5 Stelle”.
Il fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio: "Rivoluzione civile ha pensato alle Agende rosse solo un'ora prima di chiudere le liste e ha lottizzato le prime posizioni occultando i simboli dei partiti che le esprimono. Se dovessi fare un altro endorsement? Penserei ai grillini"