Boss liberi a Santa Maria di Gesù |I segreti di "Tanuzzu", senza volto - Live Sicilia

Boss liberi a Santa Maria di Gesù |I segreti di “Tanuzzu”, senza volto

Il retroscena raccontato da "S": la metà degli uomini della cosca è in giro. E non si tratta di "picciotti" minori nello scacchiere del mandamento. A partire da un misterioso personaggio che bisognava "tenere informato". (Clicca qui per acquistare la rivista).

Anteprima da "S"
di
2 min di lettura

PALERMO – È una questione numerica. Nelle ultime settimane nel mandamento di Santa Maria del Gesù hanno arrestato una dozzina di persone. Eppure nelle intercettazioni dell’ultimo blitz, quello che ha fatto luce sull’omicidio di Mirko Sciacchitano, i boss intercettati facevano la conta: “Quanto siamo… venti… trenta’”. Il conto è presto fatto: la metà, come spiega il nuovo numero di “S”, è ancora a piede libero. E non si tratta di personaggi minori nello scacchiere del mandamento. Per capirlo basta leggere le parole di un grande vecchio come Salvatore Profeta.
Alla guida del mandamento, dopo un periodo di reggenza seguito all’omicidio di Giuseppe Calascibetta, avvenuto nel 2011, sarebbe arrivato Giuseppe Greco, altra vecchia conoscenza delle forze dell’ordine visto che era stato condannato nel processo Ghiaccio. Profeta sapeva bene, e lo diceva al figlio Antonino, che Greco “agirà… lui solo hai capito?… però lui ha l’obbligo di dirgliele… c’è Tanuzzu e lo deve tenere informato”. “Tanuzzu”, quindi, era un personaggio che meritava rispetto e considerazione. È inevitabile pensare che chi era costretto a stare nelle retrovie, alla luce degli ultimi arresti, adesso sarà chiamato a fare un passo in avanti. L’intercettazione in cui si parla dei “trenta” uomini d’onore è dell’estate 2014. Dunque, è attualissima.
Il fortissimo sospetto che ci siano personaggi in libertà a Santa Maria del Gesù e in grado di prendere le redini del potere viene alimentato da un’altra circostanza. Il blitz di dicembre ha svelato il retroscena delle candidature e delle votazioni per scegliere i nuovi capi. In una sala da barba del rione Guadagna Salvatore Profeta, scarcerato dopo la richiesta di revisione del processo per la strage di via d’Amelio, Francesco Pedalino, genero di Profeta, con precedenti per droga e armi, Antonino Profeta, figlio di Salvatore, anche lui con la fedina penale sporcata da fatti di droga, e Natale Gambino, un altro condannato ingiustamente per l’assassinio di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta, furono convocati da Giuseppe Greco per la “tornata elettorale” di Cosa nostra. Il loro è stato un vertice propedeutico alla scelta dei nuovi assetti. I segreti di quella tornata elettorale, e di tutta la retata che ha travolto la cosca della parte orientale del capoluogo, sono raccontati sul nuovo numero di “S”, in edicola da oggi.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI