“Sugnu leghista” è la frase che più di mille parole sintetizza la singolare vicenda politica di Angela Maraventano: siciliana doc (l’accento non tradisce), già vicesindaco di Lampedusa, oggi senatrice tra le fila della Lega Nord. Più volte ha avanzato la provocazione di annettere la sua isola, Lampedusa, alla provincia di Bergamo. Nonostante proprio il primo cittadino di Lampedusa, esponente dell’Mpa di Raffaele Lombardo, le abbia revocato la delega di vicesindaco, Angela Maraventano valuta positivamente l’operato del governo regionale e guarda con curiosità alla nascita del Partito del Sud, alter ego meridionale della Lega Nord. Anche se avverte: “dalla Lega io non me ne vado”.
Onorevole Maraventano, cosa ne pensa della nascita del Partito del Sud?
“Dobbiamo iniziare ad amare il nostro Paese, la territorialità è il valore che deve stare al centro dell’agenda politica di un buon partito, soltanto così la delinquenza, la cosiddetta mafia, potranno essere sconfitte nella nostra bella Sicilia. Io confido molto in Lombardo”.
Come giudica l’operato di questo governo regionale?
“Guardi, io gli voglio dare fiducia. Fino ad oggi ci sono stati diversi punti che non mi hanno trovata d’accordo, ma di fondo credo che quella di Lombardo sia stata una buona intuizione. E poi, in realtà, alcuni risultati si sono già visti, come per la sanità, lì stanno facendo davvero un buon lavoro a mio avviso. Qui a Lampedusa la sanità è un disastro, a fronte dei tantissimi soldi che la gente spende in tasse, non corrisponde un servizio adeguato, anzi. Però si sta lavorando, proprio su Lampedusa c’è un progetto di rilancio che potrebbe portare i suoi frutti”.
Tornando al Partito del Sud, si è detto tanto nell’ultima settimana. Il partito sarà pro o contro Berlusconi? Guarderà a destra o sinistra?
“Il punto è proprio questo: un partito territoriale deve intanto guardare alla gente e fare gli interessi del territorio. Poi, a seconda dei riferimenti che troverà nel territorio, le persone che vorranno stare dentro quel progetto politico, si capirà se guarderà più a destra o a sinistra. Non ha proprio senso parlare di destra o sinistra, bisogna risolvere i problemi della gente del proprio territorio”.
Qual è la forza della Lega, in questo senso?
“Proprio quella di guardare ai bisogni della gente. I parlamentari, chi milita nella Lega, stanno quotidianamente a contatto con la gente, si confrontano col territorio, senza guardare alle poltrone. Ultimamente gli altri partiti hanno perso il contatto col territorio. Ormai sono 10 anni che milito nella Lega Nord e mai nessuno mi sbattuto il telefono in faccia, anche quando non ero nessuno”.
Il Partito del Sud, come qualcuno sostiene, potrebbe essere la risposta alla questione meridionale?
“Potrebbe. E oggi lo dico con maggior consapevolezza. Vede, prima della mia esperienza in Senato non avevo mai fatto politica a livello nazionale e noto che c’è tanta gente che vuole uscire dalla particolare condizione in cui si trova a vivere, soprattutto al Sud. Nella mia piccola realtà ho fatto tanto, ho imparato a fare politica, abbiamo lottato e continuiamo a lottare per la nostra libertà, per la nostra isola. Tutta la Sicilia ha un patrimonio che le viene invidiato in tutto il mondo. Ecco è proprio da lì, dalla scommessa sul turismo che un partito territoriale dovrebbe ripartire”.
Posto il valore della territorialità, Angela Maraventano traghetterebbe dalla Lega Nord al Partito del Sud?
“No, perché gli uomini siciliani mi devono ancora dimostrare di volere davvero cambiare. Io sto dentro la Lega perché credo davvero in quello che vogliono fare, nel loro progetto politico. E sono lì perché voglio imparare da loro e riportare a casa quanto appreso. Il governo Lombardo sta mostrando una buona attenzione nei confronti della mia isola, ma io li ho avvisati: “Ragazzi – ho detto – non scherzate, se non fate qualcosa per Lampedusa, la porto nella provincia di Bergamo”. E devo dire che qualche piccolo segnale positivo da Lombardo è arrivato”.
Lombardo e Micciché, insieme, ce la faranno?
“Spero proprio di sì, per la nostra terra, per la nostra Sicilia. Spero che piano piano questa classe dirigente rifletta sul male che ha fatto alla nostra terra e cominci a porre rimedio”.