Brusca: "L'attentato a Mannino? | Non conosco il movente" - Live Sicilia

Brusca: “L’attentato a Mannino? | Non conosco il movente”

La deposizione del collaboratore di giustizia.

PALERMO – Dall’ordine di ucciderlo, ai sopralluoghi organizzati per studiarne spostamenti e abitudini: il piano per assassinare l’ex ministro Calogero Mannino, ideato da Totò Riina, è stato raccontato in aula dal pentito Giovanni Brusca che dal capomafia corleonese venne incaricato dell’omicidio. Il collaboratore di giustizia ha deposto al processo d’appello a Mannino in corso a Palermo. L’ex politico dc, accusato di minaccia a Corpo politico dello Stato in un procedimento stralcio del dibattimento sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, è stato assolto in primo grado.

La Procura generale, che rappresenta l’accusa davanti alla corte d’appello, ha chiesto e ottenuto di sentire alcuni testi come Brusca, l’ex presidente dell’Antimafia Luciano Violante, che ha testimoniato alla scorsa udienza, e Massimo Ciancimino, citato per il 14 settembre. Brusca ha raccontato che Riina gli fece sapere che si sarebbe dovuto attivare per uccidere Calogero Mannino. “Iniziai, attraverso Gioè e La Barbera, a farlo pedinare per studiare i suoi movimenti e le sue abitudini a Palermo. Poi, ad un certo, ma prima di via D’Amelio, Riina, tramite Biondino, mi bloccò. Mi fu detto: fermati, ci pensiamo noi…”. Brusca non ha saputo dire quale fosse il movente del delitto, perché cioè Cosa nostra avesse decidere di eliminare l’ex politico. Secondo il collaboratore, Salvo Lima e Ignazio Salvo dovevano essere uccisi per non aver rispettato i patti assunti con le cosche e Falcone e Borsellino andavano assassinati perché ritenuti nemici della mafia. Mannino, invece, per Brusca non sarebbe rientrato né nella “lista” dei traditori, né in quella degli avversari.

“Io ho partecipato a varie commissioni e non avevo mai sentito di progetti di attentati nei confronti di Mannino. – ha detto – Sapevo che Riina tra gli anni ’80 e ’90 aveva cercato un contatto con lui tramite un tale notaio Ferrara… Comunque, dopo Capaci ero in stand-by quando Biondino, che era come se parlasse Riina, mi disse di procedere con Mannino…”. Al termine della deposizione i pg Sergio Barbiera e Giuseppe Fici hanno chiesto di rinviare il processo a dopo l’estate per attendere le motivazioni della sentenza che, ad aprile, ha condannato boss, ex militari dell’Arma e l’ex senatore Dell’Utri nel processo sulla trattativa. Si allungano dunque i tempi di conclusione di un abbreviato che “vanta” un record assoluto di durata. Cominciato nel 2013, terminato nel 2015 con l’assoluzione, la motivazione della sentenza venne depositata dopo un anno. Nel 2018 non si è ancora giunti al verdetto d’appello.

(ANSA).


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