Strage Altavilla Milicia, Bruzzone: "Quelle frasi sui muri di casa..."

Bruzzone e il massacro di Altavilla Milicia: “Quelle frasi sui muri di casa”

La criminologa: "Barreca in preda a un delirio mistico"
PALERMO
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PALERMO – “Se Giovanni Barreca e sua moglie non avessero incontrato Sabrina Fina e Massimo Carandente non staremmo a parlare di questa tragedia. Barreca ha partecipato al contesto in maniera passiva, riceveva indicazioni che ha eseguito”. A parlare è la criminologa Roberta Bruzzone, che fa parte del team difensivo dell’imbianchino di Altavilla Milicia accusato di avere sterminato la propria famiglia in preda a un delirio mistico.

Indice puntato su Fina e Carandente

Nella villetta in provincia di Palermo furono uccise la moglie di Barreca, Antonella Salamone, e i figli Kevin ed Emanuel. Le indicazioni, secondo Bruzzone, sarebbero state date dalla coppia di palermitani, entrambi in carcere, così come Barreca: “Questo è quello che riferiscono padre e figlia (indagata anche lei per la strage, ndr) – aggiunge Bruzzone, intervistata dal ‘Giornale di Sicilia’ – senza mettersi d’accordo. La testimonianza della minore è un punto di partenza importante“. Secondo la criminologa Barreca e la figlia avrebbero avuto “un ruolo subalterno”, con l’uomo che sarebbe stato “completamente in pugno alla coppia”. Antonella Salamone “aveva dubbi su di loro – ancora Bruzzone – ed è per questo che verrà processata dal punto di vista demoniaco e farà quela fine orribile, bruciata assieme agli oggetti a cui teneva di più”.

Barreca “lucidamente delirante”

La criminologa, che definisce Barreca “una persona lucidamente delirante”, non crede all’ipotesi di un coinvolgimento di altre persone nella strage e racconta: “Barreca ha un pensiero strutturato in maniera delirante, è convinto che la sua famiglia sia in paradiso e che ciò che è successo fosse l’unico modo per salvarla”. E ancora, sulla strage di Altavilla Milicia: “In quella casa – conclude Bruzzone – c’era un humus di fanatismo religioso supportato da scarsi elementi culturali”. Poi le frasi trovate sui muri della casa: “Testimoniano la convinzione che la casa fosse posseduta, sono scritte articolate. In casa c’erano due bibbie lasciate aperte e la coppia avrebbe fatto credere a Barreca che a chiuderle fosse stata la moglie perché posseduta. A quel punto – conclude Bruzzone – gli sarebbe venuta l’idea di scrivere tutto sui muri”.


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