Bufera sulla campagna contro l'alcol | "Quanto costano le promozioni?" - Live Sicilia

Bufera sulla campagna contro l’alcol | “Quanto costano le promozioni?”

Fava presenta un'interrogazione all'Ars. Marano (M5s): "Tema svilito da propaganda retorica"

PALERMO – Sulla campagna di di sensibilizzazione contro l’alcol dell’assessorato alla Salute è bufera. In tanti hanno ritenuto l’iniziativa “sessista” e adesso la vicenda sbarca all’Ars, dove Claudio Fava ha presentato un’interrogazione per conoscere come vengono gestite le campagne sui corretti stili di vita promosse dalla Regione.

All’origine della polemica c’è l’ultima campagna pubblicitaria pubblicata sulla piattaforma “Costruire Salute”. In essa è ritratto un volto femminile con sotto due calici di vino a raffigurare un seno e lo slogan: “Quali sono le dosi giuste di alcol per la donna?”. Le reazioni non si sono fatte attendere e così la promozione è stata immediatamente ritirata.

Il caso però rimane e travolge l’intera gestione della comunicazione nelle campagne di prevenzione dell’assessorato alla Salute. “Quanto costa, chi l’ha autorizzata e come è stato scelto chi ha curato la ‘creatività’ della campagna di comunicazione istituzionale della Regione Siciliana contro l’abuso di alcool – ha chiesto con una interrogazione urgente al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore per la Sanità Ruggero Razza, il deputato regionale Claudio Fava -, ritirata dal web poche ore dopo la pubblicazione perché accusata da più parti di essere sessista e volgare?” Nell’atto ispettivo Fava ha chiesto di sapere quale sia il costo complessivo delle campagne di promozione e con che modalità sia stata selezionata la struttura incaricata della creazione dei contenuti visivi per le campagne di sensibilizzazione promosse dall’assessorato. Infine il deputato vuole sapere se i contenuti visivi siano stati valutati ed eventualmente autorizzati dall’assessore o da un suo delegato e “quali strumenti si vogliano prendere al fine di prevenire la diffusione di ulteriori immagini degradanti ed offensive.”

Per la deputata regionale del Movimento Cinque stelle Jose Marano “c’è da restare increduli. Un messaggio ‘istituzionale’ così sessista e pieno dei peggiori stereotipi era difficile da concepire. Un tema così delicato – ha affermato la parlamentare -, e che merita la massima attenzione da parte delle istituzioni, è stato svilito con una propaganda retorica e macchiettistica. Spiace che i soldi dei siciliani vengano usati per realizzare questo tipo di comunicazione che di istituzionale non ha nulla. Finché – conclude Marano – si continuerà a far riferimento alle donne in questi termini sarà difficile combattere la violenza di genere. Anche il tono di altre campagne dell’assessorato di Razza non è il massimo dell’eleganza, giocando continuamente con ammiccamenti di natura sessuale”.

“Sono contenta che l’indignazione collettiva abbia indotto al ritiro della campagna dell’assessorato regionale siciliano alla Salute contro l’abuso di alcol fra le donne – ha commentato la senatrice siciliana del Movimento 5 Stelle Cinzia Leone che ha continuato: – L’immagine scelta per la campagna e comparsa sul sito ‘Costruire salute’ era il tipico esempio di un messaggio che nelle intenzioni doveva essere progressivo e che invece ci rimanda invece indietro di parecchi decenni. Quella trovata comunicativa è offensiva, sessista e persino sbagliata nelle informazioni veicolate. La testa e il cuore di tante persone hanno spazzato via questa sciocchezza, è un bel segnale. Coraggio questa macelleria di pessimo gusto sta per sparire”.

“Qualche anima buona – ha affermato la segretaria della federazione palermitana di Articolo Uno Mariella Maggio – si deve essere incaricata di informare Ruggero Razza che lui non dirige “Drive In”, bensì l’assessorato regionale alla Salute. Si spiega solo così il rapido ritiro del manifesto sul consumo dell’alcol da parte delle donne in cui appare una procace fanciulla che a tutto fa pensare tranne che alla scienza medica. Quel manifesto – ha proseguito Maggio – farebbe piangere se non fosse stato fatto da una istituzione pubblica. Avvilisce invece constatare che chi dovrebbe preoccuparsi della salute di tutti noi tradisce, avendo avallato una tale pubblicità, una mentalità sessista e una sconcertante mancanza di rispetto per le donne. L’assessore Razza – ha concluso – anziché sprecarlo, si preoccupi di investire il denaro pubblico in tutte le azioni necessarie per la prevenzione e la tutela della salute delle donne”.

 


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