"Il caffè non era di Cosa nostra" | Assolto un mafioso di Pagliarelli - Live Sicilia

“Il caffè non era di Cosa nostra” | Assolto un mafioso di Pagliarelli

Si tratta di Giuseppe Calvaruso, accusato di avere imposto la fornitura dell'espresso ad un pentito ed ex proprietario di un bar. Prosegue il processo con altri dodici imputati.

PALERMO – L’ipotesi che la mafia abbia imposto il caffè nei bar di mezza città è oggetto di un altro processo ancora in corso. Oggi invece, così ha stabilito il Tribunale, non ha retto l’accusa che tra i commercianti costretti a subire l’angheria dei boss ci sia stato anche Marco Coga, ora collaboratore di giustizia ed ex gestore di un bar nella zona del Villaggio Santa Rosalia. Secondo il collegio, “il fatto non sussiste” ed è stato assolto Giuseppe Calvaruso, in passato già condannato per avere fatto parte del clan di Pagliarelli.

Le indagini della finanza due anni fa fecero emergere uno spaccato desolante. Francesco Paolo Maniscalco, condannato per mafia con sentenza definitiva e considerato vicino a Totò Riina, attraverso la società Caffè Floriò di Zaccheroni Maria sas, con sede legale in via Paolo Emiliani Giudici, avrebbe imposto le forniture della miscela per l’espresso venduto in diversi bar della città. Maniscalco, insieme ad altri undici imputati, tra cui molti presunti prestanome, è sotto processo in abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare Lorenzo Matassa. Calvaruso, invece, aveva scelto di essere giudicato con il rito ordinario.

Gli veniva contestato di avere aiutato Maniscalco a piazzare il suo caffè a Marco Coga che quando divenne collaboratore di giustizia raccontò: “Venne Giuseppe Calvaruso, mi disse: ‘Pigliati il caffè di Maniscalco, te lo devi prendere, perché se lo stanno prendendo tutti al Villaggio'”.

Un’accusa sempre contestata dai legali della difesa, gli avvocati Michele Giiovinco e Maria Teresa Nascè. Due i punti sui cui hanno insistito. Primo: Calvaruso, all’epoca in cui sarebbe avvenuta l’estorsione, siamo nel 2001, non poteva essere considerato un mafioso, visto che la sentenza nei suoi confronti è stata emessa successivamente. Secondo: la società di Maniscalco sarebbe stata costituita dopo la presunta imposizione della fornitura. Si dovranno attendere le motivazione della sentenza per sapere se e quali di questi due punti abbia fatto breccia nel Tribunale.


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