Sicilia, caldo e peronospora per i vigneti: la Regione pensa ai ristori

Caldo e peronospora, vigneti ko: la Regione pensa agli indennizzi

I timori del comparto. Sammartino: “In corso la ricognizione dei danni”
L'EMERGENZA
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PALERMO – Prima la peronospora, poi il grande caldo che ha messo in ginocchio le piante già sofferenti per il fungo-incubo degli agricoltori. La vendemmia 2023 rischia di essere una via Crucis per la viticoltura siciliana, in particolare per le province di Trapani e Agrigento, tra le più vitate. La prima parte del raccolto è andata in fumo: grappoli letteralmente bolliti dal gran caldo e piante sofferenti che rischiano di subire danni anche per le prossime annate. La Regione prova così a correre ai ripari. Gli ispettorati dell’Agricoltura sono stati invitati dal dipartimento dell’assessorato a trasmettere una relazione contenente la stima dei danni da peronospora della vite sul proprio territorio provinciale indicando la superfice interessata e la percentuale stimata di danno ed allegando documentazione fotografica. Un passaggio essenziale per qualsiasi ipotesi di indennizzo per il comparto.

Sammartino: “In corso la ricognizione dei danni”

“La relazione sarà trasmessa al ministero per le Politiche agricole che ha in corso la ricognizione dei danni sull’intero territorio nazionale – spiega l’assessore regionale al ramo Luca Sammartino -. In sede di commissione agricola nazionale sono stato io a chiedere il ministro il riconoscimento dei danni causati dalla peronospora. Il comparto dell’uva è stato fortemente colpito anche dalle ondate di calore e dagli incendi dello scorso luglio: ora la ricognizione dei danni da trasmettere al ministro.

La Cia: “Situazione preoccupante”

Il combinato disposto delle piogge di giugno e del caldo torrido di luglio ha fatto proliferare la peronospora, malattia che aggredisce i vigneti. Il calo, secondo le associazioni di categoria, è stimato intorno al 40%. L’allarme, è stato lanciato da svariate associazioni di categoria. A partire dalla Cia Sicilia Occidentale. “Una situazione che ci preoccupa e che richiede sin da subito l’intervento delle istituzioni, regionali e nazionali – dice Camillo Pugliesi, presidente della Confederazione -. Nelle campagne i nostri produttori stanno affrontando una situazione mai vista, chi era riuscito a limitare i danni della peronospora adesso deve fronteggiare le alte temperature senza nessuna arma a disposizione. In ogni pianta tanti grappoli sono stati letteralmente bruciati, bolliti da queste giornate di caldo e non vogliamo immaginare quale potrà essere la situazione a fine mese, visto che questa ondata di calore durerà ancora per molto e sarà anche destinata a peggiorare secondo le previsioni”.

Confagricoltura: “Serve un tavolo di crisi regionale”

Confagricoltura chiede a gran voce l’imbastimento di un tavolo di crisi regionale. “Le abbondanti piogge e successivamente il caldo siccitoso hanno portato alla diffusione della peronospora alterandone la qualità e quindi il prezzo alla vendita, con una incidenza segnalata di oltre il 40% – si legge in una nota -. Fenomeno che avevamo già segnalato richiedendo un tavolo di crisi per attivare lo stato di emergenza e prevedere un piano di azione”.

Le possibili vie d’uscita

Le proposte messe sul tavolo sono la richiesta dello stato di emergenza regionale e quello di calamità nazionale, così come una ricognizione immediata e puntuale dei danni effettivi subiti, l’attivazione di misure legislative e i fondi per il ristoro dei danni, un piano d’azione strutturato ed integrato a livello regionale per la prevenzione. Confagricoltura Sicilia chiede anche interventi nell’immediato per lenire gli effetti delle ricadute economiche sul comparto: dilazionare i debiti delle aziende e deliberare una sospensione su richiesta, per almeno 12 mesi, del pagamento delle rate dei mutui. 

Fai Cgil: “Si pensi ai lavoratori a giornata”

Anche la Flai Cgil scende in campo e accende i riflettori sulle condizioni dei lavoratori agricoli che rischiano di rimanere senza paga. “Chiediamo all’assessorato all’agricoltura che si trovino misure anche per il lavoratori, quando ci sono problemi legati al calo della produzione le aziende chiedono giustamente aiuti alla Regione, quello che non avviene mai, e che noi chiediamo con forza, sono i ristori per i lavoratori”, spiega l segretario regionale della Flai, Tonino Russo. “Soltanto il 5% dei lavoratori siciliani è a tempo indeterminato, il resto lavora a giornata e non ha nessun ammortizzatore sociale: questo vuol dire che perderanno giornate di lavoro e anche la disoccupazione agricola – aggiunge -. Per loro non esiste nessun ammortizzatore sociale”.

Il caso arriva all’Ars

Nei giorni scorsi anche il gruppo Pd all’Ars ha sollevato il caso chiedendo interventi immediati al governo presentando una risoluzione in commissione Attività produttive. “Chiediamo al governo regionale di predisporre un contributo immediato attraverso un apposito fondo da 15 milioni di euro per le aziende vitivinicole. Chiediamo inoltre che nella prossima legge di stabilità regionale venga previsto un fondo di almeno 20 milioni per andare incontro alle perdite del settore agricolo in Sicilia”, si legge in una nota.


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