Camarda: "Molte note positive |ma ancora ombre sulla festa" - Live Sicilia

Camarda: “Molte note positive |ma ancora ombre sulla festa”

Il rappresentante del comitato traccia un consuntivo dell'edizione di quest'anno, chiedendo il sindaco la convocazione urgente di un tavolo per affrontare le problematiche. "La mafia si infila nelle contraddizioni - afferma - nella mancanza di coordinamento".

il bilancio del comitato per la legalità
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CATANIA – Un bilancio che ha delle note molto positive, anche se permangono zone d’ombra su cui bisogna intervenire. Il Comitato cittadino per la legalità nella festa di sant’Agata traccia un consuntivo dell’edizione 2014 delle festività agatine, evidenziando gli aspetti positivi ma soffermandosi su quelli che, a giudizio dei componenti, sono quelli negativi che ancora permangono. “Il bilancio ha delle note molto positive per noi – riferisce Renato Camarda – mi riferisco alla creazione di quelle che noi chiamiamo le “isole della legalità”. Quest’anno sono state due, al Fortino il 4 sera e in piazza Cavour il 5: una soddisfazione uguale a quella dell’anno scorso, ma raddoppiata, dato che quest’anno le piazze erano due. Qui, le forze dell’ordine sono state in grado di fare rispettare le regole e non c’erano venditori abusivi”. Camarda evidenzia anche le altre note positive dell’edizione di quest’anno: “La festa in generale è stata più ordinata, più rispettosa, con un senso religioso più evidente – afferma – con un grane sforzo delle forze dell’ordine e da parte della Chiesa, che ringraziamo per il lavoro svolto, anche quello fatto in precedenza nelle scuole e nelle parrocchie per educare a un sentimento più rispettoso della festa”.

Eppure, ed è quello su cui si sofferma il Comitato, c’è una zona dove la festa è tornata a mostrare un altro volto, del disordine, dell’illegalità. Una soddisfazionee uguale a quella dell’anno scorso, ma quest’anno le piazze erano due. “Su via Caronda, la sera del 5, la situazione è cambiata. E’ migliorata rispetto al passato – continua Camarda – c’era meno confusione, eccetto alla zona davati la villa Bellini dove c’erano banchetti di ogni tipo e una grande quantità di ceri accesi, con grande pericolo per le persone. L’ordinanza non viene rispettata e le le forze dell’ordine- prosegue – hanno difficoltà a intervenire”.

Ma è una l’incongruenza più evidente per cui il Comitato chiede spiegazioni: il rallentamento del fercolo dovuto, secondo i rappresentanti, all’allontanamento delle candelore dallo stesso, cosa che avrebbe comportato il cambio di passo della processione. “Il sindaco Bianco, aveva assicurato che le candelore avrebbero preceduto il fercolo, così come era fino agli anni Ottanta, proprio per ridare quel senso dell’unità alla festa. Noi ci aspettavamo che la sequenza della processione sarebbe stata questa, così come è stato fin quasi a piazza Stesicoro. Qui, però, i ceroni sono arrivati in massa e una macchina dei Vigili urbani ha di fatto spianato la strada alle candelore, consentendo ai ceri di infilarsi tra il fercolo e le candelore stesse”. Questo, secondo Camarda, avrebbe comportato il posizionamento davanti al fercolo dei portatori di cera, che a quel punto avrebbero dettato il passo, facendo rallentare la processione. “Il risultato è che la festa si è conclusa alle 10,45 di mattina del giorno 6. Ci sono altre concause per il ritardo  sottolinea Camarda – ma non tali da giustificare tanto ritardo”. Il comitato si domanda chi abbia dato la disposizione, in evidente contrasto con quanto affermato dal sindaco.

Non solo. Chiedono anche che si intervenga per tentare di trovare soluzioni a questi aspetti in particolare, gli esponenti del Comitato, che invitano il sindaco Bianco a organizzare un incontro sin da subito, che veda la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti attivamente nell’organizzazione e nella gestione della festa. “Chiediamo un tavolo di coordinamento con la partecipazione delle componenti più importanti: Comune, Chiesa, associazioni agatine, corporazioni delle candelore, la Protezione civile, qualcuno che rappresenti chi porta i ceri, oltre la società civile, per affrontare sin dal giorno dopo gli aspetti che ancora non vanno. La mafia si infila nelle contraddizioni – conclude Camarda – nei vuoti di potere, nella mancanza di coordinamento”.

 

 


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