PALERMO – La Camera Penale “G. Bellavista” di Palermo manifesta preoccupazione e sgomento per alcune dichiarazioni rese “ex cattedra” dal Procuratore aggiunto di Palermo dott. Teresi, così come riportate da alcuni organi di informazione.
Come avvocati siamo sempre stati rispettosi del ruolo assunto dalle parti processuali e, a maggior ragione, delle sentenze dei giudici che, quando non si condividono, si impugnano. Quando le requisitorie dei P.M. travalicano i fisiologici limiti del processo penale, è compito del difensore, nell’ambito di un corretto rapporto processuale, evidenziare fatti e circostanze a difesa del proprio assistito.
Appare fuori misura quanto affermato dall’autorevole P.M. della Procura di Palermo che, addirittura, sanziona con voto scolastico una sentenza emessa in nome del Popolo Italiano. Rimaniamo ancora una volta sbigottiti quando, in un periodo confuso e incerto per le istituzioni, singoli rappresentanti dello Stato che, per legge, dovrebbero esprimere l’alto spalto della legalità, concorrono a creare disorientamento, non solo tra gli operatori del diritto, ma soprattutto tra i cittadini che guardano il palazzo di giustizia come luogo di composizione delle controversie. Nel momento in cui una singola parte processuale, irritualmente, pretende di interpretare il “verbo” della giustizia, al punto tale da ritenersi “giudice dei giudici”, siamo sull’orlo della decadenza della nostra civiltà giuridica.
Il Direttivo