PALERMO – La consulta femminile della Camera Penale di Palermo ha organizzato il convegno dal titolo “La parità di genere in ambito forense: evoluzione del paradigma culturale”.
Nel corso dell’evento, che si è svolto nell’Aula Magna della Corte di Appello, si è affrontato il tema nell’ambito del linguaggio giuridico: un approccio sistematico alle fonti normative dalla Carta Costituzionale, ai Codici di Diritto penale e civile, alle norme sui diritti dei lavoratori e del Diritto di famiglia, fino all’ evoluzione linguistica in ambito istituzionale (circolari, raccomandazioni e direttive europee).

Tante le associazioni e gli avvocati presenti: Co.tu.le.vi Sportello antiviolenza Diana Palermo, Adgi Palermo, Uas, Jus, Progetto Forense, RNF. Presenti anche gli studenti del Liceo Classico Garibaldi.
Moderatrici le avvocate Alice Vivona e Sabrina Puglia. Sono intervenute la dottoressa Maria Giambruno, che ha approfondito il tema del linguaggio nella comunicazione istituzionale e il suo ruolo nel promuovere parità e inclusione; la professoressa Stefania Macaluso, che ha affrontato la questione dell’occultamento linguistico della donna, un fenomeno che ancora oggi può influenzare la percezione di parità nella società; la professoressa Beatrice Pasciuta che ha esplorato il paradigma medievale delle avvocate; l’avvocata Claudia Pedretti che ha discusso del passaggio da “Signora” ad “Avvocata” come simbolo di una lotta per il riconoscimento dell’identità femminile in ambito professionale.

Focus sulla giurisprudenza europea grazie all’intervento di Alessandra Camassa, presidente del Tribunale di Trapani. Infine, la dottoressa Anna Staropoli ha trattato il tema della mancanza di parole adeguate per rappresentare le donne come una delle cause possibili della discriminazione di genere, anche nell’ambito legale.