Cammarata: "Le mie vacanze | e l'emergenza a Palermo" - Live Sicilia

Cammarata: “Le mie vacanze | e l’emergenza a Palermo”

di FELICE CAVALLARO (www.corriere.it) Giura di non avere comprato la vuvuzela. E se qualcuno gigioneggia con sarcasmo sulla gita «mondiale» per la prima partita della Nazionale in Sudafrica mentre la città affondava nei rifiuti, il sindaco di Palermo Diego Cammarata replica a muso duro, rivendicando «il diritto a tre giorni di riposo, solo una partita, quella col Paraguay».
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di FELICE CAVALLARO Giura di non avere comprato la vuvuzela. E se qualcuno gigioneggia con sarcasmo sulla gita «mondiale» per la prima partita della Nazionale in Sudafrica mentre la città affondava nei rifiuti, il sindaco di Palermo Diego Cammarata replica a muso duro, rivendicando «il diritto a tre giorni di riposo, solo una partita, quella col Paraguay».

Ma era opportuna una vacanza mentre Le Monde titolava sulla «città pattumiera»?
«Palermo non è una pattumiera e non c’è emergenza. Permangono ancora dei disservizi nella raccolta dei rifiuti, ma questa non è la Napoli di due anni fa. Anche se cercano di descriverla così un po’ tutti».

Le foto su discariche e cassonetti stracolmi non sono una opinione.
«Se la foto riguarda un cumulo di oggetti ingombranti, materassi, frigo e roba varia significa che si è formata una discarica abusiva. Sono stato io a lanciare un allarme sulle discariche chiedendo a prefetto e questore una riunione urgente. Ho gridato che dietro ci sono interessi mafiosi e malavitosi. Ma quando lo dice un sindaco di sinistra si solleva il mondo. Lo dico io e non succede niente».

Perché non manda i vigili urbani?
«Ma quante cose debbono fare i vigili? Sono anche controlli di polizia e carabinieri. Ci vuole una sinergia. Arriva la solidarietà, ma ancora non c’è stata una sola riunione».

Non è l’Amia, l’azienda dello scandalo, a dovere ripulire discariche e contenitori?
«L’Amia ha suoi commissari ormai da diversi mesi. E ha cominciato un risanamento che già produce effetti…».

Non del tutto visibili.
«A novembre abbiamo rimesso i conti a posto. Non perde più. È in pieno svolgimento un piano ritenuto idoneo dal tribunale fallimentare».

Resta il disastro e lo sconcio delle foto.
«Il Comune oggi è utente e committente dell’Amia. Infatti alzo la voce. E ho chiesto conto e ragione sulle foto pubblicate dal Corriere. Mi parlano di un rallentamento del flusso dei camion per la saturazione della quarta vasca. Ma questo è disservizio, non emergenza, come invece grida l’opposizione e non solo…».

Avverte il malumore generale? Teme il fuoco amico anche in Consiglio comunale?
«Un consiglio comunale di incoscienti che incredibilmente diminuisce la tassa dell’immondizia, la Tarsu, esponendo il bilancio a una riduzione delle entrate di 20 milioni di euro».

Hanno votato contro la sua manovra anche parte del Pdl e gli autonomisti di Raffaele Lombardo.
«Infatti di amico in quel fuoco non c’è niente. E Gianfranco Micciché che guida un pezzo di Pdl è la vera opposizione. Chi vota con Mpa e Idv si può far chiamare Pdl? D’altronde, il leader del Pd, Davide Faraone, con la sua doppia carica di consigliere comunale e regionale, esce dal municipio con la giacca di oppositore, fa 800 metri, entra alla Regione e vota con la maggioranza di Micciché e Lombardo. In questo quadro ecco tutti pronti a sparare contro il sindaco».

Ma lei fa il sindaco da 9 anni e la discarica di Bellolampo non è diventata ieri una bomba ecologica.
«Da gennaio 2009 chiedo lo stato di crisi su Bellolampo. Occorrevano interventi decisivi. E invece che hanno fatto? Una quinta vasca pronta da due giorni. Ma secondo il prefetto reggerà 6 mesi e secondo i commissari appena 3 mesi. E io da sindaco che faccio dopo l’estate? Eh, no. La città non può essere vittima di un rimpallo di responsabilità. Non sono San Sebastiano con le freccette tirate al bersaglio. Per ogni cosa che non va qui chiamano il sindaco».

Chi dovrebbero chiamare i cittadini?
«Loro sì. Non le altre autorità. Due anni fa si doveva installare un termovalorizzatore a Bellolampo. Poi arriva il governatore Lombardo e dice no. Io non me ne intendo. Facciano pure altro. Ma varino il piano dei rifiuti regionali. Decidano. Invece non decidono niente. E dopo un anno la montagna partorisce il topolino: la vasca che dura qualche mese. No, non sono San Sebastiano».

Legge i manifesti per strada? C’è scritto «vattene». I palermitani l’hanno votata, ma sembrano pentiti.
«Abbiamo fatto grandi cose, dall’acqua ai cantieri per i trasporti… Non è che io sono diventato improvvisamente incapace. È che così non si può governare. Né si può chiedere al sindaco di rimediare i guasti che combinano gli altri».

Un po’ pentito per la toccata sudafricana?
«Un giorno di andata, uno di ritorno, una partita. I miei giorni di riposo li concepisco come voglio. Se poi ho faticato, passando due giorni in aereo, sono affari miei. Con tutto quello che succede in Italia, guarda un po’ di cosa si chiacchiera. Con tutto ciò di cui gli amministratori pubblici vengono chiamati a rispondere…».

Niente sponsor?
«Una volgare insinuazione di qualche giornale. Ci vediamo in tribunale. Io sono una persona perbene».


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