Cammarata, mozione di sfiducia | di centrosinistra e terzo polo - Live Sicilia

Cammarata, mozione di sfiducia | di centrosinistra e terzo polo

Palazzo delle Aquile
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La già scomoda poltrona del sindaco di Palermo, Diego Cammarata, si fa sempre più traballante. Come se non bastassero i guai delle società partecipate o le liti interne alla maggioranza, ecco arrivare un’altra tegola sulla testa del primo cittadino: il centrosinistra e il terzo polo hanno infatti presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Cammarata che verrà votata entro la metà di agosto.

L’iniziativa promossa dal gruppo Un’Altra Storia ha subito incontrato la risposta positiva di tutto il centrosinistra e, novità del giorno, anche dei partiti del terzo polo che fino a due mesi fa avevano invece declinato l’invito. “L’andamento dei lavori d’aula in questi ultimi mesi – dichiara Antonella Monastra, consigliere di Un’Altra Storia – ha mostrato in maniera sempre più evidente che questo sindaco è arrivato al capolinea e non ha più una maggioranza in aula. Le principali questioni sollevate dalla mozione sono numerose: l’istituzione delle Ztl annullate, l’assenza del Piano Urbano del traffico, l’annullamento dell’aumento della Tarsu per il 2006, le vicende di Amia e Gesip, l’utilizzo molto discutibile del Fondo di riserva per attività di comunicazione a fronte di una città ormai in ginocchio e molto altro ancora. Ma aldilà delle questioni di merito – continua la Monastra – in una Palermo visibilmente morente e allo sbando, il senso della mozione è quello di dare voce al sentire comune dei palermitani che reputano da tempo rotto il patto tra la città e il suo sindaco”.

La mozione di sfiducia, presentata la scorsa settimana e giunta stamane sul tavolo di tutti i consiglieri, ha raccolto ben 25 firme (a fronte delle 20 necessarie) fra cui quella di Angelo Ribaudo, scomparso la scorsa settimana, dal momento che la raccolta è partita qualche tempo fa. Adesso l’Aula sarà chiamata a votarla entro la metà di agosto e serviranno ben 33 voti perché venga approvata; in tal caso, sia il Consiglio che la giunta verrebbero sciolti e allora la palla passerebbe alla Regione, che dovrebbe decidere sulla data delle elezioni e sull’eventuale invio di un commissario straordinario. “ La mozione è poca cosa rispetto al danno fatto in questi anni – dichiara Rosario Filoramo del Pd – emerge però un elemento di chiarezza: dirà alla città, in modo netto e inequivocabile, chi è con Cammarata e con il sistema che ha gestito il potere in questa città e chi, invece, rappresenta un’alternativa ”.

Mentre Aurelio Scavone, dell’Idv, tiene a precisare che quella presentata è la seconda mozione di sfiducia: “Il sindaco non ha la maggioranza in Consiglio, è giunto il momento di tornare al voto non continuando a perseverare nell’errore. Più che un atto politico, è un ennesimo invito a un atto di amore per la città rivolto a Cammarata. La sua esperienza è ormai fallita”. Nel terzo polo, per Salvatore Italiano dell’Udc “la città è allo sfascio, è arrivato il momento di staccare la spina. I problemi sono rimasti irrisolti e non abbiamo alternativa”. Secondo Salvatore Mirabile, consigliere degli Alleati per la Sicilia, “non è Sala delle Lapidi a dover andare a casa ma il sindaco. La città si trova in questa situazione per l’operato dell’amministrazione attiva e per il mancato confronto con l’Aula che rappresenta i cittadini. Le polemiche fra Caronia, Tantillo e il sindaco ne sono la dimostrazione”.

Qualche distinguo dall’Mpa, che chiede ci sia prima un accordo per il raggiungimento dei 33 voti necessari: “Bisogna muoversi su due piani – dice Leonardo D’Arrigo – sia quello della modifica dello statuto per ricondurre la giunta a dieci, rispetto ai sedici di oggi, sia per mettere la parola fine al mandato di Cammarata. Ci vorranno 33 voti, facciamo appello ai colleghi del centrodestra perché altrimenti sarà un buco nell’acqua. In quel caso non sarebbe utile votare la sfiducia”.


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