La Procura di Palermo ha presentato ricorso per Cassazione, decidendo di saltare la fase dell’impugnazione in appello, contro la sentenza con cui il tribunale a luglio scorso ha assolto il sindaco Diego Cammarata e gli ex assessori all’Ambiente Lorenzo Ceraulo e Giovanni Avanti, attuale presidente della Provincia, dall’accusa di omissione d’atti d’ufficio. I tre amministratori erano imputati di non avere adottato provvedimenti idonei a contrastare lo smog che, tra il 2005 e il 2009, aveva perciòsuperato i limiti previsti dalla legge.
Il pm Geri Ferrara, titolare dell’accusa in primo grado, ha scelto la via del ricorso cosiddetto “per saltum” rivolgendosi direttamente alla Cassazione, giudice di legittimità, ritenendo che il provvedimento del tribunale presenti vizi di diritto. Per il pm, il Tribunale, invece di affermare, “la punibilità penale dell’inazione amministrativa” per la mancata “tutela della salute umana”, arriva a conclusioni opposte “al termine di un confuso e non condivisibile percorso motivazionale, in cui vengono sovrapposte valutazioni giuridiche e tecniche di tipo diverso ed in cui, peraltro, non vi è neppure una chiara presa di posizione su molte delle risultanze istruttorie”. Ciò che è emerso dall’istruttoria – dice – “viene in genere riportato asetticamente e senza alcuna valutazione (positiva o negativa, di condivisione o meno delle stesse)”. Il magistrato sottolinea in particolare che il Tribunale ha erroneamente ritenuto che l’oggetto delle imputazioni fosse la sfera discrezionale della pubblica amministrazione. “Secondo il collegio, agli amministratori sarebbe addebitata – scrive il pm – non già l’omissione totale di misure, ma di ulteriori interventi oltre quelle già adottati”. Questa prospettazione “appare il frutto di un evidente travisamento dei fatti processuali”, secondo Ferrara. “La contestazione mossa agli imputati – prosegue – non attiene al merito delle misure adottate ma al fatto che tali provvedimenti non sono stati adeguati”