"Candidati? Catania ha bisogno di soluzioni liberali"

“Candidati? Catania ha bisogno di soluzioni liberali”

Dal Circolo intitolato all'ex ministro Martino, l'invettiva di Pietro Ivan Maravigna.
L'INTERVENTO
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CATANIA. “Come riconoscere un liberale? Un liberale ama la cultura, ama l’eleganza, intesa non solo come ricercatezza nel vestire ma come modo di essere e di interpretare la propria esistenza, profondamente rispettoso delle istituzioni ma che pretende il medesimo rispetto dalle istituzioni. Ma soprattutto che non ha paura di esprimere la propria “dissent opinion”’anche quando questa è del tutto minoritaria e non accettata dalla mentalità comune”.
Così Pietro Ivan Maravigna ha dato inizio alla convention con cui i liberali storici catanesi, hanno dato vita all’assemblea costitutiva del Circolo di cultura liberale intestato ad Antonio Martino, l’illustre economista liberale già ministro degli Esteri e della Difesa. Sotto la presidenza dell’avv. Renato Murabito responsabile Sanità di Confindustria e più giovane consigliere provinciale per il Partito Liberale nel 1970 anno di fondazione delle province, la giornalista Debora Borgese ha moderato una conversazione sull’ultimo libro di Nicola Porro, “Il Padreterno è liberale”.
Antonio Martino diceva: “Il liberale è sempre uno che prima o poi ha successo. Avendo successo perde ogni convenienza nel fare politica. Perché ne avrebbe più costi che benefici. La politica oggi è più che mai riservata a quelli che non avendo affari propri di cui curarsi, e non essendo stati capaci di crearsene, si occupano di quelli altrui”.

“Per questo mentre tutte le altre aree politiche cittadine, in queste giornate, sono affannate a comporre liste, a rubarsi candidati senza mettere sul tavolo uno straccio di programma, i liberali catanesi hanno discusso, di proposte programmatiche per la città senza avere, al contrario, uno straccio di candidato”, ha proseguito Maravigna -.
E ancora: “Per i liberali catanesi alcune grandi emergenze cittadine dovranno essere affrontate con soluzioni liberali. La direttiva europea Bolkenstein sulla liberalizzare delle licenze, al di là della resistenza dell’attuale governo, porterà ad una rivoluzione del sistema dei cosiddetti “balneari”, con una ricaduta d’impatto sulla economia cittadina, e specificatamente, per quel che ci riguarda, sulla Plaja di Catania. La liberalizzazione delle licenze potrebbe portare , tramite l’investimento di capitali, ad uno stravolgimento urbanistico. Significherebbe portare turismo, lavoro, economia e, fattore certamente non trascurabile, decongestionare il centro storico cittadino dalla “mala movida” che alla Plaja sarebbe di sicuro più gestibile. Analogo effetto avrà la liberalizzazione delle licenze per quanto attiene gli operatori mercatali. Sarà l’occasione per stroncare l’abuso visto è rimettere ordine, igiene e sicurezza nei mercati storici cittadini. Per affrontare queste grandi sfide è necessaria una classe dirigente cittadina ( tanto politica quanto burocratica) che tenga a bussola i valori fondanti dell’economia liberale e non ceda rispetto alle pressioni clientelari”.

“Quando avremo nuovamente un sindaco liberale a Catania?( l’ultimo fu all’inizio degli anni 90 del secolo scorso l’economista Luigi Giusso del Galdo)”, ha domandato Debora Borgese a chiusura della manifestazione a Pietro Ivan Maravigna: “Quando la maggioranza dei catanesi ameranno la cultura, l’eleganza ed avranno grande rispetto delle istituzioni “ la risposta.

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