Cannabis light nel limbo | Emendamento inammissibile - Live Sicilia

Cannabis light nel limbo | Emendamento inammissibile

Foto d'archivio

La decisione del presidente del Senato Casellati fa infuriare il M5s. Soddisfatti Meloni e Salvini

Niente emendamento sulla cannabis light e un grande caos nell’aula del Senato: questi gli effetti della decisione insindacabile del presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha giudicato inammissibile l’emendamento della manovra in materia. La norma, proposta dal Movimento cinque stelle e approvata dalla commissione Bilancio del Senato, avrebbe dovuto regolamentare la commercializzazione di ‘cannabis sativa L’; il testo è stato bocciato perché la normativa comprendeva una parte regolamentare ritenuta incoerente col disegno di legge di bilancio.

L’emendamento era stato presentato dai senatori M5s Matteo Mantero e Francesco Mollame. Il testo recita: “L’uso della canapa composta dall’intera pianta di canapa o di sue parti come biomassa è consentito in forma essiccata, fresca, trinciata o pellettizzata ai fini industriali, commerciali ed energetici”. Poi aggiunge: “Il contenuto di tetraidrocannabinolo (Thc, che ha anche effetti psicotropi, ndr) nella biomassa di cui al precedente periodo non deve risultare superiore allo 0,5%”. Nel testo unico delle leggi sugli stupefacenti e le sostanze psicotrope viene specificato che a rientrare fra queste sostanze è solo la cannabis con un contenuto superiore di Thc, dunque l’emendamento avrebbe comportato dei cambiamenti nell’attuale tabella.

Il testo dell’emendamento disciplina anche la tassazione della canapa legale, sottoposta a un’imposta di fabbricazione: aliquote percentuali da 12 euro per mille chilogrammi, applicate al prezzo di vendita, per ogni punto percentuale di cannabidiolo (Cbd, che ha proprietà medicinali) presente nella biomassa. La tassa è prevista per qualsiasi produttore o eventuale importatore da altri paesi dell’Unione europea.

I primi a insorgere sono stati proprio i pentastellati: “Questo è uno schiaffo in faccia a tremila agricoltori che producono la canapa industriale, quindi a 12 mila famiglie”, ha detto Mantero. Il senatore grillino ha chiesto a Casellati “di prendersi l’impegno di mettere in votazione alla prima data utile e dare una speranza a questi agricoltori”, e se la decisione fosse “scevra da ideologia politica”.

La replica di Casellati non si è fatta attendere: “Le mie decisioni sono scevre da componenti politiche perché la decisione del presidente del Senato è meramente tecnica e prescinde da questioni di carattere politico”. Poi il presidente ha detto al Movimento cinque stelle: “Se la maggioranza ritiene importante questa norma, fatevi un disegno di legge”.

Sulla stessa falsariga anche le proteste dell’Intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, composto da circa 100 tra deputati e senatori di diversi gruppi: “La decisione della presidente del Senato Casellati è gravissima – dicono – perché l’emendamento era assolutamente attinente alla materia del bilancio, rispondendo alle esigenze finanziarie e produttive di un settore che coinvolge migliaia di produttori e di lavoratori. Troviamo molto scorretto l’atteggiamento del presidente del Senato che dovrebbe invece rispettare sempre la terzietà del suo ruolo. A Casellati chiediamo fermamente di rivedere il suo giudizio e salvaguardare l’imparzialità che deve essere propria della seconda carica dello Stato”.

A elogiare e difendere l’operato del presidente del Senato ci pensano Lega e Fratelli d’Italia. “Ci tengo a ringraziare tecnicamente il presidente del Senato a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in Italia e a nome delle famiglie italiane per aver evitato la vergogna dello Stato spacciatore”, ha detto il capo del Carroccio Matteo Salvini. Fuori da Palazzo Madama, la leader di Fdi Giorgia Meloni ha parlato di “vittoria di Fratelli d’Italia. Una vittoria di chi si batte per una vita libera da ogni droga e che abbiamo condotto al fianco delle comunità terapeutiche, degli operatori del servizio pubblico e delle associazioni. La droga non è mai leggera o innocua e noi continueremo a ribadirlo in ogni sede”.

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