Catania – “Riparta un tavolo vero: insieme decideremo cosa fare”. Lo ha detto l’assessore regionale al Territorio Maria Lo Bello, incontrando a CasaCatania gli operatori del turismo ricettivo e della balneazione etnei per discutere sul decreto relativo a nuovi canoni demaniali.
“Ho sentito Enzo Bianco – ha detto l’Assessore – estremamente preoccupato per questo decreto, e l’ho rassicurato: nessuna azienda sarà spremuta o tantomeno messa in condizione di dover chiudere. Il lavoro che voi fate è indispensabile per la comunità, per la Sicilia. E noi siamo la Sicilia. Il governo regionale non è una controparte rispetto a voi, non c’è alcuna contrapposizione tra noi. Qualcuno magari vi ha fatto credere che i vostri diritti siano un favore che vi è stato concesso. Non è così. Recuperiamo giustizia e riconosciamoci nelle regole. Approfittiamo di questo momento in cui, finalmente, stiamo discutendo”.
Nel corso del confronto – al quale erano presenti tra gli altri anche il deputato nazionale Giovanni Burtone, i deputati regionali Concetta Raia, Valeria Sudano e Lino Leanza – gli esercenti dei lidi balneari catanesi e gli operatori ricettivi avevano rappresentato all’assessore la condizione generale di difficoltà vissuta dalle loro imprese. Il vicepresidente nazionale di Confcommercio Pietro Agen ha tra l’altro sottolineato come le spiagge etnee non siano soltanto turistiche, ma fruite soprattutto dai catanesi. Il denaro del canone, dunque, verrebbe sottratto al territorio. E il vicedirettore di Confcommercio Francesco Sorbello ha ricordato come il Comune di Catania abbia già aumentato la Tarsu del 140% con conseguenze pesanti sui bilanci aziendali.
“Ho apprezzato i contenuti dell’incontro – ha detto Nico Torrisi presidente di Federalberghi – e ho preso atto, come ci è stato spiegato anche da diversi autorevoli deputati regionali della maggioranza di governo, che questo decreto dobbiamo far finta che non ci sia, anche se da parte nostra sarebbe stato meglio non fosse stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Temo comunque le voci secondo cui dovrebbero essere escluse dal decreto industrie che si affacciano sul mare e hanno deturpato il nostro territorio come quelle petrolifere”.
“Attendiamo questa nuova fase – ha commentato Ignazio Ragusa, del Sindacato italiano balneari di Confcommercio – per meglio comprendere cosa avverrà, dopo che l’assessore ci ha chiarito che i canoni demaniali non sono tutti al 600%, perché quello rappresenta il tetto massimo”.
“Sono molto contento – ha detto Enzo Bianco – della disponibilità dell’assessore ad ascoltare le ragioni degli operatori e fare le opportune modifiche al decreto. È poi normale che ci sia una dialettica, ma si può ragionare in termini di serenità e obiettività. Gli esercenti dei lidi balneari catanesi hanno un grande patrimonio di credibilità per aver avuto il coraggio, quando da sindaco proposi loro un progetto di rilancio della Plaia, di scommettersi in proprio facendo un salto di qualità, mentre avrebbero potuto tranquillamente vivere di rendita”.
“Per poter fare impresa – ha detto Luca Maimone, presidente regionale della Assobalneari di Confindustria – c’è bisogno di programmare politiche pluriennali. Come ha sottolineato Enzo Bianco molti di noi hanno scommesso su questo territorio investendo denaro in attività produttive e non possiamo pensare che ora venga azzerato tutto. Occorre dunque che vengano avviate politiche di sviluppo tali da permetterci di guadagnare di più. A quel punto saremo ben felici di versare, com’è giusto, più denaro nelle casse regionali”.