Canzoneri, Cna: "Per Palermo| ci vuole un'iniezione di fiducia" - Live Sicilia

Canzoneri, Cna: “Per Palermo| ci vuole un’iniezione di fiducia”

QUALE PALERMO PER PALERMO
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Palermo ha bisogno di un’iniezione di fiducia, se no scompare. Ci vuole un sindaco giovane, di rottura, diverso da Diego Cammarata che è stato sempre assente. Sebastiano Canzoneri, segretario provinciale della Conferenza nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, chiede al prossimo primo cittadino di affrontare i problemi di un’economia asfittica.

La campagna elettorale è ormai entrata nel vivo. Che idea si è fatto delle candidature sin qui presentate?
“C’è molta vivacità e ci sono molte candidature, e questo fa bene alla politica, ma le coalizioni dovranno trovare una sintesi fra i nomi scegliendo quelli migliori. Per ora mi sembra si discuta solo nel centrosinistra, dove si sono fatti avanti alcuni giovani che sono una presenza positiva. Se diciamo sempre che dobbiamo lasciare spazio ai giovani, poi dobbiamo passare dalle parole ai fatti: i più grandi dovrebbero consigliarli, ma dargli campo libero. Se no è tutta poesia. Leoluca Orlando è un’ottima figura ma è un po’ datato, non possiamo tornare indietro di vent’anni”.

Quali temi vorrebbe che fossero al centro della prossima campagna elettorale?
“Quelli legati alle attività produttive e ai servizi per i cittadini e le imprese, che soffrono di seri problemi. Quello che attanaglia le aziende è la penuria di commesse. Aumentano le chiusure delle aziende e i licenziamenti, le imprese ci assillano per ottenere la cassa integrazione speciale. Bisogna sfruttare i fondi a disposizione, redigendo un piano di ripresa, come dice Riggio, con interventi particolari, piccoli interventi in favore di un’economia asfittica. E poi è necessario chiedere aiuto alla Regione per la seconda città del Meridione”.

In che stato è l’economia palermitana?
“In una crisi profonda, abbiamo fatto recentemente contratti di solidarietà in un’impresa con nove dipendenti e in un’altra con 15. Ci vuole un rilancio per Palermo, in cui è ormai chiaro che non ci sono le aree industriali. La Fiat ha chiuso, i Cantieri navali sono in crisi ma di contro ci sono tanti imprenditori, a Carini, tra cui anche palermitani, che vogliono investire ma incontrano difficoltà per la burocrazia e i contenziosi con lo Stato anche per semplici multe. C’è una sofferenza non indifferente”.

Cosa dovrebbe fare il prossimo sindaco?
“Semplificare la burocrazia, sbloccare i pagamenti del comune ai privati e soprattutto ridare fiducia alla città. Ci vuole un’iniezione di fiducia a una Palermo in cui manca di tutto, servizi in primis, altrimenti Palermo scompare. Ci vuole un sindaco di rottura, non di mediazione, e quindi un giovane. Davide Faraone e Fabrizio Ferrandelli li seguiamo con attenzione, anche se ovviamente non appoggeremo alcun candidato”.

Come giudica il decennio di Diego Cammarata?
“Cammarata è stato un sindaco completamente assente. Abbiamo partecipato a tavoli tecnici che si sono rivelati un bluff assoluto, non veniva nemmeno alle riunioni. Un sindaco così non l’abbiamo mai avuto”.

Come si immagina Palermo fra dieci anni?
“Sarebbe bello che Palermo divenisse più vivibile e accogliente. Con un primo cittadino di buona volontà, si potrà fare molto. Ottomila turisti arrivano ogni anno a Palermo, e li si vede vagare come zombi, nessuno che li segua o li accompagni. Siamo una città con molto mare ma senza mare: per farti un bagno, devi andare a Mondello. Il litorale, da Sant’Erasmo in poi, potrebbe offrire centinaia di posti di lavoro. C’è il problema del traffico da risolvere con un nuovo piano cittadino, si potrebbero rilanciare i centri commerciali naturali che coinvolgono centinaia di imprese, sul modello di Barcellona. Il centro storico va rivitalizzato con piccole imprese artigiane”.


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