Caos rifiuti in Sicilia | Le opposizioni vogliono risposte - Live Sicilia

Caos rifiuti in Sicilia | Le opposizioni vogliono risposte

Ci sono aziende pronte a investire su impianti per metano.

L'EMERGENZA
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PALERMO – “L’unico modo per salvare i comuni siciliani dal caos rifiuti è rendere noti i nomi degli operatori economici che hanno risposto alla manifestazione di interesse, pubblicata un mese fa dalla Regione per inviare la spazzatura prodotta nell’Isola fuori dalla Sicilia”. Lo dice il deputato regionale del M5s Giampiero Trizzino, riferendosi allo stop alla raccolta dei rifiuti in molti comuni siciliani. A maggio scorso, infatti, la Regione siciliana, in forza dei poteri speciali conferiti dal Governo Gentiloni al presidente della Regione Nello Musumeci per gestire l’emergenza rifiuti ha emanato un avviso pubblico esplorativo finalizzato ad un’indagine di mercato per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per il trasporto, il recupero e/o lo smaltimento dei rifiuti al di fuori del territorio della Regione siciliana. Il provvedimento, firmato dal dirigente generale del Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti e della struttura Commissariale Salvatore Cocina imponeva agli operatori economici l’invio delle manifestazioni di interesse entro il termine perentorio dell’1 giugno 2018.

“Questa soluzione – dice Trizzino – è stata suggerita e individuata a gennaio dallo stesso Governo regionale per ottenere poteri speciali per la gestione dell’emergenza, partendo dal presupposto che le discariche in Sicilia avrebbero avuto un’autonomia di qualche mese”. “Allora era stato proprio il presidente della Regione ad affermare che già a giugno, senza poteri speciali, in Sicilia sarebbe stato il caos”. “Musumeci e Pierobon dicano chi ha risposto all’avviso, scaduto quasi un mese fa – conclude – Questo scaricabarile tra Regione e comuni è intollerabile. Vogliamo nomi e cognomi delle società disposte a farsi carico dei rifiuti prodotti in Sicilia”.

E di rifiuti si è parlato oggi anche nel corso del convegno ‘La gestione dei rifiuti in Sicilia e le opportunità offerte dal partenariato pubblico privato’, organizzato da AssoEsco Sicilia, Aiat e patrocinato dal Comune di Cefalù. “Ci sono imprenditori pronti a investire per creare piccoli impianti in grado di trasformare la frazione organica dei rifiuti in energia a basso costo, precisamente in biogas metano da usare per il riscaldamento delle abitazioni e per il trasporto. Una soluzione – è il messaggio del convegno – che permetterebbe di abbattere anche della metà la quantità conferita in discarica con conseguenze positive in termini ambientali ed economici per comuni e cittadini. Le aziende chiedono solo un ruolo nella gestione integrata dei rifiuti e la semplificazione della burocrazia per ala realizzazione di queste strutture”. Per fare un esempio, in una città come Marsala, di 100 mila abitanti, si producono annualmente circa 30 mila tonnellate di rifiuti organici: questi opportunamente trattati con gli impianti di digestione anaerobica possono produrre 500 metri cubi di metano all’ora, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell’intera cittadina stessa.

Anthony Barbagallo, parlamentare regionale del Pd, intanto ha presentato una interrogazione all’assessore regionale all’Energia: “Se la discarica di Motta Sant’Anastasia non è in regola con i requisiti di legge deve essere chiusa: chiedo l’intervento dell’assessorato all’Energia per una immediata verifica”. “La Oikos – prosegue Barbagallo – società che gestisce la discarica denominata ‘Valanghe d’Inverno’, non risulta infatti in possesso della ‘Autorizzazione Integrata Ambientale’ eppure continua ad effettuare attività di abbancamento di rifiuti”.


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