Carceri affollate e pochi agenti | Fleres: "Nel 2013 già tre suicidi" - Live Sicilia

Carceri affollate e pochi agenti | Fleres: “Nel 2013 già tre suicidi”

Il garante dei detenuti Salvo Fleres

In occasione della giornata del reinserimento, il Garante spiega: "C'è anche qualche dato positivo. L'ottanta percento dei detenuti che vengono sottoposti ad un'esecuzione penale regolare e a forme corrette ed efficaci di trattamento rieducativo una volta usciti non reiterano i reati"

Il garante dei detenuti
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PALERMO – Le statistiche relative al 2012 fornite dal rapporto annuale del Garante dei detenuti, Salvo Fleres, dipingono una situazione delle carceri siciliani poco incoraggiante: gli istituti penitenziari sono troppo affollati, se si pensa che a fronte di una capienza di circa 5 mila e 500 posti le carceri attualmente ospitano più di 7 mila detenuti (la Sicilia è terza dietro Lombardia e Campania nella graduatoria nazionale del sovraffollamento degli istituti penali), gli agenti della polizia penitenziaria sono troppo pochi e, per questo, si trovano spesso ad affrontare situazioni di emergenza.

A peggiorare il quadro generale, il numero dei suicidi negli istituti, “una vera piaga per le carceri italiane e siciliane”. L’anno scorso sono stati 6 i detenuti che si sono tolti la vita mentre si trovavano in regime di reclusione, e nel 2013 altri 3 si sono uccisi a Palermo, Caltanissetta e a Noto.

“Ma non voglio essere troppo disfattista”. Il garante Salvo Fleres non può non riconoscere la situazione difficile in cui versano le carceri, ma “le cose – dice – migliorano poco a poco”. Ad esempio, migliorano i dati relativi ai percorsi di reinserimento dei detenuti in società. “L’80 percento circa dei detenuti che vengono sottoposti ad un’esecuzione penale regolare e a forme corrette ed efficaci di trattamento rieducativo – spiega il garante dei detenuti – una volta usciti non reiterano i reati e non tornano in carcere, mentre l’80 percento dei carcerati che scontano la pena in strutture sovraffollate, prive di trattamento, di istruzione e formazione professionale, ma soprattutto prive di lavoro e di assistenza sociale e psicologica, reiterano i reati e tornano in carcere più volte”.

Per questo, nella giornata del reinserimento, celebrata oggi negli uffici del Garante, i tanti enti di formazione che tengono corsi per i detenuti hanno colto l’occasione per fare un appello all’assessore alla Formazione Nelli Scilabra. “Si individui un percorso formativo ‘ad hoc’ – ha affermato Laura Ammannato del Cefop, uno degli enti che forma detenuti in carcere – per ogni singolo istituto di pena, e si formino i detenuti attraverso percorsi che siano poi spendibili nel mondo del lavoro, come nel settore della ristorazione o della tutela e mantenimento del verde pubblico. Questi corsi hanno costi ridottissimi perché vengono fatti direttamente nelle carceri, ed è principalmente grazie a questi che spesso gli istituti restituiscono alla società detenuti formati che per questo non tornano più a commettere reati”.


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