Il viso è quello di Giorgia Meloni, il corpo no. I video porno deepfake della premier sono stati riprodotti milioni di volte. A crearli e caricarli sul web sarebbero stati padre di 73 anni e il figlio di 40, entrambi di sassari.
La presidente del Consiglio si è costituita parte civile e il processo inizierà a marzo del 2024, gli autori del video, accusati di diffamazione, dovranno spiegare perché hanno pubblicato il materiale pornografico contraffatto. La premier Meloni chiede un risarcimento pari a 100.000 euro che verranno versati al fondo nazionale del ministero dell’Interno a sostegno delle donne vittima di violenza.
“La richiesta vuole essere un messaggio rivolto a tutte le donne vittime di questo genere di soprusi a non avere paura di denunciare”, ha spiegato l’avvocata di parte civile Maria Giulia Marongiu. “La cifra è simbolica e vuole contribuire alla tutela delle vittime. Donne che, spesso inconsapevolmente, sono l‘obiettivo di questo genere di reati”.
Non solo Giorgia Meloni, era già successo a Michelle Obama, Scarlett Johansson, Emma Watson. Anche perché, in realtà, realizzare un porno deepfake è semplicissimo, basta scaricare la foto di un volto e applicarla sul corpo di una pornostar.
Le indagini della polizia postale sono iniziate nel 2020, il vero autore del video sarebbe il figlio di 40 anni, il padre è coinvolto perché i filmati sono stati caricati usando la sua linea telefonica. Gli agenti, partendo dal nickname, sono risaliti all’utente. Padre e figlio verranno giudicati con due riti differenti.