ORISTANO – Jeans, camicia blu e un paio di sacchi con la sua roba: Massimo Carminati esce dal carcere di Oristano e sale su un taxi. Alle sue spalle, idealmente, un pezzo di storia italiana. L’ex Nar coinvolto nell’inchiesta “Mondo di mezzo” torna libero dopo cinque anni e sette mesi, con l’accoglimento dell’istanza di scarcerazione per scadenza dei termini di custodia cautelare da parte del Tribunale della Libertà; la Corte d’Appello l’aveva già rigettata più volte. Per lui nessun obbligo di dimora o di firma.
“A fine marzo – spiega il suo legale Cesare Placanica – aveva già scontato il tetto massimo dei due terzi del reato più grave che gli è stato contestato: una corruzione”. La scarcerazione arriva cinque giorni dopo il deposito delle motivazioni della Cassazione con cui è decaduto il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, che interessa anche Salvatore Buzzi e altri 30 coimputati.
Il reato era già decaduto con una sentenza di ottobre 2019, e la recente nota della Cassazione lo conferma: secondo i giudici, il sistema criminale emerso nel processo non conduceva a una nuova “associazione a delinquere di stampo mafioso” sul territorio di Roma; in ogni caso, non viene negata la possibilità di “fenomeni criminali mafiosi” presenti nella zona.
Ora sulla scarcerazione pare voglia vederci chiaro anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: La Repubblica scrive che “fonti di via Arenula” fanno sapere di una delega a svolgere “i necessari accertamenti preliminari” all’ispettorato generale del ministero.