(pol.) Caro Assessore, anche lei avrà avuto dei sogni da bambino. Forse, giocando ai soldatini, sognava la stella da sceriffo in un fumetto di Tex Willer, o l’ammissione alla tavola rotonda dei cavalieri del re Artù. Crescendo, si è ritrovato nel Lombardo Quater. La vita è piena di amarezze. Tuttavia, si consoli: per fare parte della squadra – secondo il verbo presidenziale – Ella deve essere per forza un tecnico eccelso, mica uno di quelli che aggiustano le lampadine, un tecnico vero, con pubblicazioni, riconoscimenti e un curriculum da qui alle Colonne d’Ercole. Del resto lo stesso governatore ha fatto intendere che la sua giunta porterà una svolta epocale.
Ora, Caro Assessore, il provvedimento di cui stiamo parlando diffusamente – “la delibera bavaglio” – si può leggere in due modi. Probabilmente risponderà pure a delle corrette esigenze di comunicazione tra i componenti della giunta, senz’altro sarà ispirato dalla volontà di imprimere una linea univoca alla direzione della macchina. E se ne può dubitare? Però, noi giornalisti siciliani siamo gente sospettosa. Sentiamo puzza di accentramento, di ingerenza e di controllo. E non ne capiamo il motivo, visto che Raffaele Lombardo ha piazzato i suoi uomini nel suo governo, come è logico che sia. E se ci mettiamo accanto il pronunciamento governativo sulla pubblicità, bè, il sospetto aumenta. Il Presidente – sempre Raffaele Lombardo – dirà una parola chiara sul tema? Noi la vorremmo e la auspichiamo, a chiedere non si perde mai tempo.
Però torniamo a lei, Caro Assessore. Tanta fatica e un nome eccellente per diventare il membro di un esecutivo di fatto commissariato. E valeva la pena di studiare come matti per giungere a questo? Non erano meglio i soldatini, sognando un futuro immaginario da sceriffo, piuttosto che passare per la silente squaw del gran capo Lombardo (che non sta mai) Seduto?