PALERMO – Stangata per i Comuni da quasi un miliardo di euro per il caro energia. È quanto hanno sborsato in più gli enti comunali italiani nel 2022, oltre 121mila euro in media per municipio, con un’impennata della spesa per utenze e canoni per la fornitura di energia elettrica e gas pari al 46,2% rispetto al 2021. È quanto emerge da uno studio di Demoskopika. Il caro energia, secondo Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, “rischia di scatenare una “guerra tra poveri”. Nel 2023, senza un corposo intervento dello Stato, i cittadini pagheranno di più o vedranno tagliati alcuni servizi”.
Per onorare utenze e canoni per la fornitura di energia elettrica e gas, i comuni italiani hanno speso ben 959milioni di euro in più: 3.038milioni di euro nel 2022 a fronte di pagamenti per 2.079 milioni di euro nei dodici mesi dell’anno precedente. In particolare, l’ammontare dell’energia elettrica ha subìto una crescita di 732 milioni di euro (+45,4%) mentre la spesa per il gas è lievitata di 228milioni di euro (+48,7%). In altri termini, nell’anno appena trascorso, ogni comune italiano ha avuto mediamente maggiori esborsi per oltre 121mila euro: si va dai 292mila euro in media per i municipi dell’Emilia-Romagna ai quasi 18mila euro per gli enti comunali della Valle d’Aosta.
Le situazioni più critiche a Bari con un rialzo della spesa del 216%, seguita dai municipi di Bologna e L’Aquila rispettivamente con il 165% e il 125%. Sul versante opposto, i comuni “meno stangati” dal caro energia e gas si trovano in Valle d’Aosta, con spese maggiori per 18mila euro per comune, in Calabria con incrementi degli esborsi per 36mila euro e, infine, in Molise con pagamenti a rialzo pari a 40mila euro.
Nelle principali città italiane c’è stato un incremento della spesa fino al 216% nel 2022, come e’ successo al comune di Bari che si è trovato costretto ad ascrivere in bilancio maggiori pagamenti per ben 11,8milioni di euro con una crescita pari al 216,5%. In termini di variazione percentuale, seguono Bologna con 19milioni di euro (+165%), L’Aquila con 3,2milioni di euro (+125,4%). Più che significativa, inoltre, anche l’impennata della spesa anche per Firenze con 8,1milioni di euro (+81,6%) e Milano con 38,7milioni di euro (+77,1%).
“Se fosse stato solo di 1 miliardo l’aumento dei costi energetici e del gas per il comparto dei Comuni nel 2022 non ci sarebbe stato alcun impatto negativo, perché lo Stato ha pompato proprio 1 miliardo per coprire quell’aggravio di spesa, per la precisione 980 milioni. Invece l’aumento è stato più alto di 1 miliardo, stimiamo intorno al miliardo e mezzo”. Lo dice il delegato alla finanza locale dell’Anci e presidente di Ifel, nonché sindaco di Novara, Alessandro Canelli, a commento di uno studio di Desmokopica sull’impatto per i comuni dei costi dell’energia.
“Gli aumenti tariffari nel 2022 sono dovuti in parte a una dinamica inflazionistica di carattere generale e in parte – spiega Canelli – perché alcune tariffe, secondo quanto emerge da dati Siope, sono aumentate per l’aumento concomitante dei costi. E penso che probabilmente anche nel 2023 troveremo un aumento sulle singole tariffe, che poi in sostanza provoca l’impatto sui cittadini, come ad esempio il costo della mensa, dei pullman o di alcuni servizi che prima i cittadini pagavano 100 e che adesso costeranno 102 o 103. L’indagine mette in luce un problema che i comuni hanno più volte posto all’attenzione del governo – sia questo attuale che quello precedente – e che è stato affrontato dai due esecutivi andando a erogare contributi al comparto, risorse che nel 2022 non sono state sufficienti a coprire interamente l’aumento dei costi energetici. E nel 2023 – afferma ancora Canelli – la legge di Bilancio prevede per il comparto dei comuni, per i primi mesi dell’anno, un contributo di 350 milioni di euro. Quindi la risposta da parte del governo c’è stata e probabilmente ce ne saranno altre, naturalmente dico questo sperando che la spirale dei costi energetici si calmi, così come sembrerebbe da alcuni segnali. Piuttosto siamo preoccupati – avverte – dal complesso delle dinamiche inflazionistiche in corso, non solo legate ai costi energetici, perché è evidente che gli operatori alzeranno i prezzi per materiali, forniture di servizi e quant’altro, compreso l’ambito del trasporto pubblico locale”.