Ho sempre nutrito simpatia e stima istintiva per Ismaele La Vardera, sin da quando lo conobbi, alla presentazione di un mio libro, in compagnia di suo zio Totò, cioè Pesciolino – al quale ho dedicato molte mie pagine – protagonista della Palermo vera. Quando suo zio Totò fu eletto con la Rete quale consigliere comunale di Palermo, mi telefonò subito e mi disse: “Ti chiedo scusa ora per dopo. Come consigliere comunale di un partito sarò costretto a dire e a fare cose che non condivido e che so che tu non condividerai. Ma so che sai che è il mio ruolo che me lo impone. Quindi, scusami oggi per domani”. Io gli risposi che ammiravo profondamente la sua rivendicazione morale e che mi aveva commosso.
Oggi, nel leggere le parole dell’onorevole La Vardera, rimango colpito da una sua frase. Egli afferma: “…io sono in primis deputato, poi anche vicepresidente della commissione, ma resto giornalista”.
No, stimato Ismaele, non funziona così e le chiedo di meditare sulle parole di zio Totò, sulla sua rivendicazione morale, cioè sulla chiara distinzione che lui mostrò di possedere tra le regole (cioè l’etica) della funzione consiliare e quelle del libero pensatore che non possono non coincidere con la sua morale. Si tratta di due etiche diverse, entrambe valide, ma non sovrapponibili. Cioè: l’uomo politico non può alternativamente chiedere a chi lo osserva di considerarlo un po’ in un modo e un po’ in un altro.
Ne consegue che la rispettabile etica del giornalista non può, non deve convivere con quella di vicepresidente della Commissione antimafia che, a mio avviso, contiene un’’etica ancora più impegnativa di quella di deputato. L’etica, lo sappiamo è l’insieme di regole di un dato àmbito, cosa diversa dalla morale che, invece, attiene alla coscienza di ciascuno.
Quando suo zio Totò mi telefonò per dirmi ciò che ho narrato, lo fece obbedendo alla sua morale, ma rivendicò il suo diritto-dovere di rispettare l’etica politica. Ci pensi e, se le riesce, non si senta in campo indossando tipi di etica che spesso non possono coincidere. Sappia scegliere l’abito idoneo al tempo in cui vive.
Cordialmente
Aldo Sarullo