RANDAZZO – La prima sezione civile del Tribunale di Catania ha sospeso ad oggi l’efficacia esecutiva della cartella da 964.330,35 euro recapitata al Comune di Randazzo lo scorso 30 gennaio 2014. Letti gli atti della causa promossa dalla cittadina etnea nei confronti del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di Riscossione Sicilia, sentiti i legali della controparte, l’udienza è stata rinviata al 15 dicembre 2020. Bisognerà dunque attendere un intero lustro prima di sapere se la somma dovrà o meno essere pagata. Per ora Randazzo ha però potuto tirare almeno un sospiro di sollievo, con l’augurio, dice il primo cittadino, Michele Mangione, “che tale rinvio sia precursore di un esito positivo”.
Il debito quasi milionario nei confronti dello Stato è frutto di quella che, come si legge in una nota, suona quasi come una “beffa” che segue una delle pagine più dolorose della storia randazzese. La cartella esattoriale scaturisce infatti dal parziale mancato rimborso di un mutuo contratto dal Comune subito dopo la Seconda Guerra Mondiale al fine di avere quella liquidità necessaria a ricostruire la cittadina distrutta dai bombardamenti anglo-americani. Per oltre un mese, dal 13 luglio al 12 agosto 1943, quella che è stata ribattezzata “La Cassino di Sicilia” fu infatti letteralmente martoriata dal fuoco straniero per ostacolare la ritirata delle truppe nazifasciste di stanza sull’Isola.
Oltre ai danni giocoforza subiti nel periodo bellico, qualora non venisse accolta la tesi difensiva dell’Amministrazione, rappresentata dall’avvocato Dario Maria Dolei, si aggiungerebbe pertanto anche la beffa del pagamento di una “pesantissima somma che il Comune peraltro non possiede”, afferma il sindaco. “Voglio ricordare – continua Mangione – che Randazzo è stata decorata della medaglia d’argento al merito civile, conferitale il 25 gennaio del 2005 dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, in quanto – come si legge nella motivazione – Randazzo, Comune occupato per la posizione strategicamente favorevole dall’esercito tedesco, fu sottoposto per trentuno giorni, tanto da essere definito La Cassino di Sicilia, a violentissimi bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la distruzione dell’intero centro abitato. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio”.
Situazione paradossale, dunque, quella in cui si è venuta a trovare la cittadina, che ora attende la decisione finale.