“Sono d’accordo con Casini che ha dato un giudizio pessimo sul mio governo, perché lui ha sostenuto quello precedente portando a casa il bottino”. Con queste parole il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha risposto al leader dell’Udc che in una conferenza stampa a Palermo a sostegno di Massimo Costa, aveva definito “negativo il giudizio sull’esecutivo regionale” e aveva assicurato che “l’Udc non farà parte di un’alleanza che riproponga l’attuale maggioranza di governo”.
“La verità – ha proseguito però nel suo contrattacco Lombardo – è che a Casini non interessa nulla della Sicilia, è solo alla ricerca di quattro voti e vuol tornare al passato, quel passato che ha prodotto macerie e che con fatica abbiamo cercato di cambiare. A Casini che predica discontinuità in Sicilia perché vuol tornare al passato – ha aggiunto Lombardo – dico che ci muoveremo invece nella continuità. Alle prossime regionali lavoreremo per creare una coalizione ampia partendo da chi ha sostenuto le riforme, senza preclusioni neppure nei confronti dell’Udc. Se il problema sono io, Casini stia tranquillo: non mi ricandido alla presidenza della Regione”.
Insomma, Lombardo è già nel “dopo-Lombardo”. Una fase il cui inizio ha già una data certa, almeno stando alle parole che il governatore ha rivolto al segretario nazionale del Pd Bersani. Quest’ultimo, infatti, aveva chiesto a Lombardo di rendere chiari i tempi della sua uscita di scena: “Bersani vuol sapere quando si voterà in Sicilia? – ha risposto Lombardo – Forse non legge giornali, a ottobre o a settembre prossimi”.
Ma prima di pensare alla Regionali, ci sono le amministrative che per Lombardo rappresentano (a differenza dello stesso Casini, ad esempio) un test con una valenza assai più ampia del contesto locale: “Non c’é dubbio – ha precisato infatti Lombardo – che le comunali rappresentano un test nazionale”.
Al di là dell’esito della campagna elettorale, però, considerata la vicinanza ormai del voto, è il momento per fare un primo bilancio sulle manovre di avvicinamento alle urne di partiti e candidati. E il giudizio di Lombardo è molto duro: “E’ stata – ha dichiarato infatti il governatore – una campagna elettorale scandita da insulti, chiacchiere e mille incoerenze. E sicuramente se dovesse essere eletto chi non ha fatto altro che bestemmiare e portare avanti azioni di sciacallaggio sarebbe difficile qualsiasi dialogo”. Chiaro riferimento a Leoluca Orlando, definito qualche giorno fa dallo stesso Lombardo, appunto, uno “sciacallo”.
Ma oltre agli avversari, un pensiero va anche al “proprio” candidato sindaco. E la dichiarazione di Lombardo non sembra improntata al massimo ottimismo: “Penso che Alessandro Aricò possa arrivare al ballottaggio, in caso contrario – ha precisato però Lombardo – il Mpa farà le sue scelte: io agli appelli per il secondo turno preferisco la libertà di voto”. E a proposito di libertà di voto “interna” all’Mpa, Lombardo è intervenuto con una battuta sulla fugace presenza oggi di Francesco Musotto alla conferenza di Casini e Costa: “Musotto è un giocherellone, esprime ancora disappunto per la sua mancata candidatura. Se immaginavo che ci teneva così tanto l’avremmo candidato”.