Caso Catania: sospetti e veleni | I partiti mettono le mani avanti - Live Sicilia

Caso Catania: sospetti e veleni | I partiti mettono le mani avanti

“Attendiamo gli esiti delle indagini”: gli interventi di Caudo (Megafono), Gibiino (Forza Italia) e Sudano (ex Articolo 4, oggi Pd).

CATANIA. Il fronte legato all’informativa della commissione Antimafia, resta rovente. Quei nomi, quelle ipotesi e quelle ricostruzioni spalmate nelle pagine contenute nel faldone parlamentare restano la macchia da cancellare in fretta. Per il bene di Catania, certo. Ma, soprattutto, per scacciare quelle nubi nerissime che si addensano all’ombra dell’Elefante.
Ma al di là del sensazionalismo, della boutade politica, delle noiose e quantomai prevedibili strumentalizzazioni, quello che occorre appurare è solo e soltanto la verità delle cose. Un principio che pretende anche la stampa libera: troppo spesso accusata – anche in questa circostanza – per il semplice fatto di raccontare i fatti.
 E, sui fatti, intervengono in queste ore i rappresentati di partito delle persone finite nel calderone della ormai arcinota relazione dell’Antimafia.

“Aspettiamo di leggere gli atti e capire di cosa sono accusati i consiglieri di Catania – ci dice il coordinatore provinciale del Megafono, Giuseppe Caudo -. Allo stesso tempo, semmai dovesse mai arrivare un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa a qualcuno del Megafono, ci attiveremo immediatamente per la sospensione dal partito. Ma, oggi, è davvero fuoriluogo parlare di qualunque cosa e di qualsiasi presa di posizione se prima non si prende visione della relazione antimafia. Io voglio capire. Ed al momento capisco davvero molto poco su quanto sta accadendo. Vedremo e, soprattutto, leggeremo le carte: alla fine, Erika Marco quali colpe ha?”.

Per l’esponente etneo di Forza Italia, Vincenzo Gibiino “lasciamo che le indagini che vengano portate avanti dalla magistratura e che ogni consigliere comunale chiamato in causa porti avanti le proprie difese. Tutti noi sappiamo che la malavita prova in tutti i modi a entrare nell’apparato pubblico e, mi auguro, che a Catania non vi sia nulla che possa ricondurre ad una questione del genere. Personalmente, non ho sentito Pellegrino ma mi auguro che questo ragazzo che abbiamo conosciuto come persona appassionata e vicino al sociale ed al mondo del volontariato possa dimostrare qualsiasi estraneità. Mi sembra, poi, di capire che nella relazione dell’antimafia non si parli di comportamenti specifici ma di parentele: cose che, spero, verranno chiarite”.

Infine, Valeria Sudano: ”Quando abbiamo composto le liste per le elezioni del 2013, abbiamo aderito al protocollo di legalità, depositando ogni cosa alla Prefettura che ci ha autorizzato a candidare tutti, compreso Lorenzo Leone, la cui posizione è stata dunque vagliata. Per quanto riguarda le recenti vicende, conosciamo Lorenzo e sappiamo che è un lavoratore, una persona per bene che da vent’anni non ha rapporti con il fratello da cui ha preso le distanze. Se dovessero emergere altri fatti vedremo, intanto attendiamo che la procura verifichi ogni aspetto. Non si può, su una cosa così pesante, non avere riscontri. Non si può essere così leggeri. Dovrebbe prevalere la responsabilità politica. Io, personalmente, credo nella Magistratura e non mi fermo a quanto inserito nella relazione. In questo momento, si fa politica in vari modi”.


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