Oltre 40 anni fa un anonimo avvertì la Questura di Palermo che l’aereo del presidente dell’Eni, Enrico Mattei, era stato sabotato con una bomba sotto il carrello. E’ quello che la magistratura di Pavia avrebbe accertato solo 25 anni dopo. E’ una delle tante notizie “riservate”, alcune attendibili e altre riconducibili a una strategia del depistaggio, contenute nel dossier di vecchie carte consegnato dalla Digos alla corte d’assise davanti alla quale si celebra il processo per la scomparsa di Mauro De Mauro. Il fascicolo è stato messo a disposizione di accusa e difesa nell’udienza di oggi pomeriggio. Per poterlo esaminare la corte ha assegnato alle parti un breve termine e ha citato per l’udienza del primo aprile il funzionario della Digos che ha recuperato i documenti tra gli “scarti d’archivio” che stavano per essere distrutti.
L’anonimo su Mattei è del 2 ottobre 1970. E’ giunto in pratica due settimane dopo la scomparsa di De Mauro e si richiama a una delle piste seguite sin dalle prime battute per risalire al movente del rapimento: per conto del regista Francesco Rosi, il cronista stava ricostruendo le ultime ore della presenza di Mattei in Sicilia. Il 27 ottobre 1962 Mattei era ripartito dall’aeroporto di Fontanarossa. Proprio qui, con il sostegno della mafia, sotto il carrello del suo aereo venne piazzata la bomba poi esplosa nei cieli di Bascapé nella fase dell’atterraggio. Lo spunto investigativo suggerito dall’anonimo avrebbe consentito, se fosse stato approfondito, di ricostruire con molto anticipo rispetto all’inchiesta di Pavia la verità sull’attentato.
(Fonte ANSA)