PALERMO – Un’economia allo stremo, con tassi di disoccupazione ormai alle stelle e un ricorso alla cassa integrazione che a Palermo e a Catania fa toccare picchi da record. Questa la fotografia dello stato di salute della Sicilia, così come è emerso dal XVII congresso regionale della Fisascat Cisl, che si è tenuto oggi all’hotel La Torre di Mondello e al termine del quale Mimma Calabrò è stata confermata, all’unanimità, segretario regionale, mentre compomenti della segreteria sono stati nominati Pancrazio Di Leo e Tony Fiorenza. Una crisi drammatica, che riguarda sia le imprese che i lavoratori.
Basti pensare che nel 2012 le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps sono arrivate a 36.060.462, con un aumento costante per tutte le provincie, specie in quelle di Catania (3.879.730 nel 2011 contro i 6.492.354 di ore autorizzate nel 2012) e Palermo (9.689.194 del 2011 contro le 14.620.473 del 2012).
“La crisi occupazionale, figlia della crisi economica – ha detto nella sua relazione Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat – ha alimentato un circolo vizioso: calando il numero degli occupati, si è registrato un calo anche nei livelli della produzione. Sono oltre 116mila, secondo i dati dell’assessorato regionale al Lavoro, i percettori di misure di sostegno al reddito”.
Alla presenza del segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava, dell’assessore regionale, Linda Vancheri, e di decine e decine di delegati provenienti da tutta la Sicilia, la Fisascat, chiamata a rinnovare i propri quadri dirigenti, ha così snocciolato dati allarmanti sulla situazione delle imprese e dei lavoratori. “La mia presenza – ha commentato la Vancheri – vuole essere il segno di una sinergia tra sindacati e Regione su temi molto sentiti. Per questo ci apprestiamo a varare un testo unico sulle Attività produttive che regolamenti il commercio, permettendoci di tutelare le piccole imprese e di garantire la libera concorrenza, cosi’ come ci impone la normativa”. “Specie a Palermo – ha aggiunto il segretario della Cisl di Palermo e Trapani, Mimmo Milazzo – ci troviamo ad affrontare una crisi difficile che riguarda i marchi storici della città. E non possiamo non considerare la necessità di rilanciare il turismo, specie quello congressuale”.
CASSA INTEGRAZIONE – Se nel 2012 diminuisce il ricorso alla cassa integrazione ordinaria, raddoppia quello per la Cig in deroga da parte delle imprese. Stando ai dati aggiornati al 31 dicembre scorso, a percepire gli ammortizzatori sociali sono 109.509 persone: 78.812 in disoccupazione ordinaria, 5.726 in mobilità ordinaria, 3.450 in mobilità in deroga, 5.738 in Cigs, 8105 in Cigs a conguaglio, 5.584 in Cig in deroga, 1826 in disoccupazione speciale edile.
LA CRISI DELLE IMPRESE – “Dal commercio al turismo passando dai servizi – ha spiegato Mimma Calabrò – nelle tante vertenze che hanno visto la Fisascat impegnata sui territori, abbiamo registrato dati sconfortanti, figli di una crisi che non ha risparmiato neppure le aziende che hanno rappresentato la colonna vertebrale del sistema economico della Regione”. E il riferimento è anche ad aziende storiche come Grande Migliore, che ha chiuso i battenti dopo 84 anni di attività lasciando 185 lavoratori posti in cassa integrazione a zero ore; il gruppo Li Vorsi, azienda che negli ultimi 5 anni ha visto dimezzare il proprio fatturato, marciando lentamente verso il fallimento e lasciando a casa 150 persone e 55 dipendenti in cassa integrazione. E ancora, 169 i lavoratori di Coop 25 Aprile e Coop I Maggio che nel corso dell’anno sono stati posti in cassa integrazione a rotazione e che il 31 dicembre, a seguito della chiusura dell’attività ha messo in mobilità tutti i dipendenti che non sono stati coinvolti nell’affitto di ramo d’azienda; Aligrup che ha posto in cassa integrazione 1.409 dipendenti, anche se una parte dei lavoratori è rientrato a lavoro a seguito degli accordi siglati per l’affitto di ramo d’azienda.
ALBERGHI E TURISMO – Non va meglio nel settore alberghiero, che specie al Sud deve fare i conti con una minore disponibilità di spesa per le vacanze e la mancanza di una programmazione culturale all’altezza. “Ad aggravare una condizione già insostenibile – continua la Fisascat – deve aggiungersi l’Imu, la Tarsu e Tassa di soggiorno. Basti pensare che l’Imu, in Sicilia, è stata applicata da quasi tutti i Comuni al tetto massimo previsto, cioè all’1.06. Questo comporterà, in media, un aumento del 100 per cento della tassa da pagare ai Comuni. E ancora, la Tarsu, inizialmente, è stata calcolata per gli alberghi con un costo di 11.80 euro al metro quadrato. Ma il vero rischio sta nel fatto che molte attività, anche delle città più grandi stanno decidendo di chiudere da novembre a marzo, a seguito del fatto che l’occupazione delle camere che non supera il 20 per cento. Una soluzione drastica che farebbe perdere migliaia di posti di lavoro sino ad oggi a tempo indeterminato, senza considerare che, già, 10.000 stagionali sono rimasti inoccupati”. Numeri preoccupanti che riguardano anche Taormina, una delle mete più ambite dell’Isola, e per i quali il sindacato chiede risposte al governo regionale. “Abbiamo chiesto una convocazione al neo assessore Franco Battiato – ha polemizzato la Calabrò – che, probabilmente, ritrovandosi un’agenda fitta di impegni o, più precisamente, di date per il tour promozionale del suo nuovo disco, non è riuscito a coniugare gli impegni istituzionali che l’incarico in Regione richiede con le tappe dei concerti che lo hanno impegnato da dicembre a marzo”.
PARTECIPATE – Altra nota dolente è il mondo delle società partecipate, dalla Gesip alla Multiservizi, passando per la Asec Trade srl di Catania. “La riorganizzazione delle partecipate, figlia dei provvedimenti varati dal governo nazionale sulla spending review – ha aggunto la segretaria regionale Fisascat – risulta più che mai necessaria non solo per la forte incidenza che hanno sulla spesa regionale, ma anche perché la maggioranza di queste società sono in perdita. È impensabile continuare a credere che l’utilizzo della Cig in deroga possa essere la panacea di tutti i mali”.