Catania, strade piene di rifiuti | Oikos: "Colpa di facinorosi" - Live Sicilia

Catania, strade piene di rifiuti | Oikos: “Colpa di facinorosi”

Hanno incrociato le braccia per il secondo giorno i dipendenti della Oikos, una delle due ditte del raggruppamento di imprese che ha vinto l’appalto della raccolta dei rifiuti. “Aspettiamo ancora lo stipendio di marzo e riceviamo solo acconti – spiega uno degli operatori – e non si può continuare così”.

Netturbini in sciopero
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CATANIA – Catania come Napoli e Palermo. Cassonetti pieni già dalle prime ore della giornata, stracolmi di sacchetti e rifiuti di ogni tipo hanno infatti iniziato a sommergere strade e piazza dopo appena due giorni di astensione dal lavoro dei dipendenti dell’Oikos. Continua dunque la protesta dei dipendenti di una delle due ditte del raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicata l’appalto per la rimozione dei rifiuti, che martedì hanno incrociato le braccia per protestare contro il trattamento riservato loro dalla ditta per quanto riguarda il pagamento degli stipendi e, da ieri, si sono astenuti dalla raccolta dei rifiuti, impedendo addirittura ai mezzi di uscire dalla azienda di Motta Sant’Anastasia. A contribuire all’aumento della tensione tra i lavoratori, i continui ritardi nel pagamento dei salari. In questo caso, a scatenare la reazione di alcuni dipendenti, è stato il ritardo del pagamento del mese di marzo, che i lavoratori avrebbero dovuto percepire lunedì.

“Non possiamo più accettare questi continui ritardi che vanno avanti da due anni – spiega Antonino Lombardo, sindacali9sta dell’Usb. Ricevere ogni mese solo un acconto non può essere più tollerato – prosegue – a meno che l’azienda non voglia da parte nostra un servizio a metà“. Il raggruppamento di imprese, infatti, non si occupa solo di raccogliere i rifiuti prodotti in città, ma anche dell’igiene dei cassonetti. “Dobbiamo ancora prendere lo stipendio di marzo – continua: ci danno l’acconto e poi annunciano che il saldo arriverà a fine mese, ma noi non possiamo andare avanti di questo passo. Noi effettuiamo il nostro lavoro e i cittadini pagano la Tarsu per cui non è più accettabile per cui noi ricominceremo a lavorare solo quando arriveranno i soldi”.

Una situazione che l’amministrazione comunale, di fatto, sta subendo, dal momento che non gestisce direttamente la raccolta dell’immondizia, e alla quale l’assessore alla Nettezza Urbana, Carmencita Santagati, sta sopperendo utilizzando gli operatori comunali o chiedendo uno sforzo maggiore a quelli dell’Ipi, in regolare servizio. “Il problema è la mancanza di liquidità per il ritardo nei trasferimenti regionali e nazionali – spiega l’assessore a LivesiciliaCatania. Noi, come amministrazione, d’accordo con le imprese, abbiamo versato una parte congrua del canone per poi procedere con il saldo a fine mese, parte he avrebbe dovuto essere trasferita agli operatori. Evidentemente – continua – questa soluzione non è stata bene a tutti, ma vorrei però evidenziare che dello sciopero di ieri eravamo a conoscenza, invece quello di oggi è stato indetto a sorpresa. Non credo, però, che questa sia la soluzione giusta, considerando le difficoltà economiche che stiamo attraversando un po’ tutti. In ogni caso, noi abbiamo rispettato i lavoratori e stiamo cercando di limitare al minimo i disagi, intervenendo con i nostri operatori”.

Un aspetto, questo, evidenziato nettamente da Valeria Messina, rappresentante della Oikos, che sottolinea alcune stranezze di questa  protesta che non riguarderebbe tutti i lavoratori, ma una parte di questi. “Il ritardo del pagamento del mese di marzo è un pretesto – afferma – dal momento che noi paghiamo il 15 del mese successivo. E proprio il 15 di questo mese, c’è stato un incontro in Comune durante il quale l’amministrazione ci ha comunicato che avrebbe repertio l’intera somma per il pagamento degli stipendi entro la fine del mese, che poi è diventata giorno 23. Non riesco a comprendere – prosegue la Messina – come mai la maggior parte dei lavoratori, anche dell’altra ditta, hanno deciso di accettare l’accordo, mentre una piccola percentuale non solo non ha accolto la richiesta, ma sta addirittura impedendo agli altri, anche ai dipendenti comunali, di lavorare”.

Stamattina, ad esempio, una cinquantina di netturbini ha impedito ai mezzi di uscire, tanto che la dirigenza dell’azienda è stata costretta a chiamare i Carabinieri. “Sono pochi facinorosi – ribadisce Valeria Messina – e questa protesta non ha alcun fondamento e potrebbe prestare il fianco alle strumentalizzazioni tipiche del periodo pre elettorale”.

 


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