Castello Ursino, consegnate |19 opere di Gandolfo - Live Sicilia

Castello Ursino, consegnate |19 opere di Gandolfo

Nella foto Orazio Licandro e Luisa Paladino con la tela dal titolo “Musica forzata”.

Sono state lasciate in eredità al Comune di Catania dal dott. Francesco Belfiore, collezionista e discendente del pittore, scomparso il 20 febbraio scorso. Andranno ad arricchire il Museo civico

MUSEO CIVICO
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Nella foto Orazio Licandro e Luisa Paladino con la tela dal titolo “Musica forzata”.

Nella foto Orazio Licandro e Luisa Paladino con la tela dal titolo “Musica forzata”.

CATANIA – Sono state consegnate nel Castello Ursino di Catania le 19, preziose, opere di Antonino Gandolfo lasciate in eredità al Comune di Catania dal dott. Francesco Belfiore, collezionista d’arte e discendente di Gandolfo per parte di madre, scomparso il 20 febbraio scorso. Antonino Gandolfo, nato a Catania nel 1841 e morto nel 1910, fu un importante pittore verista, contemporaneo di Giuseppe Sciuti.

Le tele sono state consegnate all’assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa Orazio Licandro dopo che stamattina, nel corso di una riunione di Giunta, era stato formalizzata, con una apposita deliberazione, l’accettazione del lascito. La collezione troverà posto all’interno del Castello Ursino e andrà a impreziosire il Museo civico catanese che possedeva già due ritratti realizzati da Gandolfo.

Alcune delle tele del pittore furono esposte in una mostra svoltasi nelle Ciminiere di Catania tra il 2006 e il 2007 e curata da Luisa Paladino. Quest’ultima, che è anche la responsabile dei Beni storici, artistici e iconografici della Soprintendenza di Catania, era poi stata nominata dal dott. Belfiore sua esecutrice testamentaria. “Ringrazio in particolare Luisa Palladino, dirigente della Sovrintendenza ed esecutrice testamentaria – afferma l’assessore ai Saperi e alla Bellezza, Orazio Licandro – insieme ai dirigenti, all’avvocato del Comune, ai dipendentie ai Vigili urbani che hanno curato il trasporto, che hanno permesso l’acquisizione di queste opere”.


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