Catania, al Nobel Vargas Llosa l'Elefantino d'Argento VIDEO

Catania, al Nobel Vargas Llosa l’Elefantino d’Argento VIDEO

"Ritorno in questa città dopo tanti anni e ne sono felice", ha detto a margine della cerimonia tenutasi a Palazzo degli Elefanti.
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CATANIA. Il Nobel per la letteratura Jorge Mario Pedro Vargas Llosa ha ricevuto, stamattina, in Municipio l’Elefantino d’Argento. “È la prima volta che vedo la mia piece teatrale che è un omaggio a Boccaccio – dice Vargas Llosa appena giunto in piazza Duomo – e sono felice di essere qui. Ritorno in questa città dopo tanti anni”.

Lo scrittore, drammaturgo, politico e giornalista peruviano è stato ricevuto a Palazzo degli Elefanti dal Commissario Straordinario Federico Portoghese che gli ha consegnato l’Elefantino d’Argento simbolo della città etnea. Vargas Llosa vince il Premio Nobel nel 2010 per la letteratura con questa motivazione “per la propria cartografia delle strutture del potere e per la sua immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”.
Diviene così il primo scrittore di origine peruviana a vincere il prestigioso premio. Il prolifico autore, con cittadinanza spagnola, è nel capoluogo etneo per assistere al debutto dello spettacolo tratto dal libro “I racconti della Peste” scritto dallo stesso Vargas Llosa e inserito nel cartellone del Teatro Stabile di Catania con la regia di Carlo Sciaccaluga, in scena Angelo Tosto, Barbara Gallo, Roberto Sepi, Giorgia Coco e Valerio Santi, scene e costumi di Anna Varaldo e le musiche di Andrea Nicolini.
Una produzione del Teatro Nazionale di Genova sullo scritto, del 2015, del premio Nobel che prende spunto dal Decamerone di Boccaccio.
Un incontro, quello tra Mario Vargas Llosa e il Decamerone, che si spiega nel prologo che lo stesso Premio Nobel scrive nel libro, “i dieci giovani che durante la peste del 1348 si rifugiano in una villa di campagna per sfuggire a una realtà intollerabile, evocano un mondo parallelo e creano una realtà fittizia fatta di storie fantastiche e di sogni, incarnando la ragione stessa della letteratura”.

La trama inquadra il periodo del 1348 quando la peste nera devasta le città, alcuni amici si ritirano in una villa di campagna, villa Palmieri, accompagnati dallo stesso Boccaccio per isolarsi dal contagio, tra lussuria e sessualità che verranno poco a poco limitate e non sopportabili, i protagonisti vengono invasi da sensazioni di crisi e dalla paura della, imminente, fine del mondo . Amore, desiderio, potere della fantasia e le relazioni tra classi sociali sono la chiave di quest’opera che raccoglie l’essenza dello spirito del capolavoro boccaccesco dove lussuria e sensualità verranno ingigantite per il terrore dell’apocalisse. All’incontro in Municipio hanno partecipato il direttore del Teatro Stabile Luca De Fusco e i componenti del Consiglio d’Amministrazione presieduto da Rita Gari Cinquegrana.


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