CATANIA – C’erano gli stipendi mensili alle famiglie dei carcerati e degli affiliati da pagare. Le piazze di spaccio da gestire con relative tensioni da dissipare tra i diversi gruppi. La conduzione del sempre fiorente racket delle estorsioni imposto ai commercianti. E, non ultimo, quell’asset militare costituito da potentissime armi pronte all’uso: seppure – in questo caso – le recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia ha condotto le forze dell’ordine a diversi rinvenimenti e sequestri.
Sono quasi cinquecento pagine piene di racconti, organigrammi, riorganizzazione e “ostentazione del potere mafioso” del gruppo dei Nizza, cellula riconducibile al clan dei Santapaola-Ercolano, quelle firmate in calce dal gip del Tribunale di Catania, Pietro Currò. Uno spaccato investigativo che certifica anche l’ascesa di giovani rampolli in procinto di tentare la scalata ai vertici del sodalizio criminale. Due fra tutti riportano a Natale Nizza e Giovanni Magrì.
Nel mezzo anche la folgorazione di chi decide di passare dall’altra parte della barricata. Come nel caso del pentimento di Sam Privitera. Un fatto non di poco conto. Che ha permesso di mettere assieme i tasselli del cruento omicidio di Enzo Timonieri. O di venire a capo dell’arcinota sparatoria al viale Mario Rapisardi contro i valenti carusi di Tony Trentuno di San Cocimo.
L’operazione messa a segno all’alba di ieri dai militari del Comando provinciale dei carabinieri di Catania, con il coordinamento della Dda, segna il proseguo delle attività investigative tracciate nel corso degli anni passati. Da Sangue Blu alla doppia operazione Carthago. E ieri in conferenza stampa l’aggiunto Agata Santonicito, il sostituto Rocco Liguori, la pm Lina Trovato, nonché il generale dell’Arma Salvatore Altavilla hanno ribadito la necessità del gruppo di riaffermare il proprio potere mafioso anche con manifestazioni plateali e non certo nascoste o private.
Come l’esposizione dello stendardo inneggiante a Giovanni Nizza in una delle candelore che avrebbero poi preso parte alle festeggiamenti in onore di Sant’Agata. O, l’anno dopo (e siamo nel 2023), con quella seduta del nipote di Nizza sulla candelora con tanto di video finito sui social.
Sono state 36 in tutto le persone arrestate nel blitz denominato Naumachia. Altre due risultano ancora irreperibili ma non sono esclusi aggiornamenti già per le prossime ore.
Non è poi sfuggito un passaggio di non poco conto rimarcato sempre nell’incontro con i giornalisti al Palazzo di giustizia. Quello che, in un particolare frangente, le difficoltà per l’acquisto della droga avrebbero portato gli esponenti del gruppo a pensare di poter rivolgersi agli antagonisti di sempre dei Cappello. Ma per i sodali sarebbe stato un fatto a dir poco imbarazzante: un vero e proprio smacco non solo al gruppo ma principalmente ai Santapaola. Non se ne fece nulla. Ma qualcosa cambiò.
Con racconti che meriteranno di essere approfonditi.

