Catania e la battaglia dell’acqua: sindaci sul piede di guerra

Catania e la battaglia dell’acqua: sindaci sul piede di guerra

Chiesto l'intervento di Schifani. L'allarme di Barbagallo
CONVOCAZIONE D'URGENZA
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CATANIA – Due miliardi di euro di lavori in affidamento diretto. La partita appare principalmente economica: ma non è tutta qui.

Una battaglia lunga 25 anni

La battaglia dell’acqua, così come merita di essere ribattezzata, è un groviglio di ricorsi, contrapposizioni politiche e carte bollate: che parte quasi venticinque anni addietro (con la brillante invenzione delle Ato) e vede – quasi superfluo evidenziarlo – i cittadini (con il seguito di servizi e tariffe) essere rimasti senza alcuna voce in capitolo. Ma la posta sul piatto è davvero alta. Ammetterlo è tutt’altro che un eufemismo. Ed è, come detto, principalmente economica. 

Quello che accade da cinque lustri a questa parte è un resoconto ingarbugliato da raccontare e sintetizzare ma dove la sostanza rimane quella che (oggi) a fare fede è il provvedimento del Cga il quale aveva già disposto che l’accordo tra Sie (la società mista affiancata da un socio di minoranza) e Ati (non più Ato e che rappresenta i primi cittadini dei 58 Comuni della provincia) mantiene tutta la sua validità. Dove l’Ati, nonostante un’altra sentenza del Cga di un anno fa, non ha mai stipulato alcuna convenzione con la Sie.

“Finanziamenti a rischio”

Dalla Regione è giunta, allora, la nomina di una Commissaria ad acta – Francesca Spedale del Dipartimento Acqua e Rifiuti – chiamata a sostituirsi ai primi cittadini. “La mancata approvazione della convenzione espone quest’Ati al rischio di perdere finanziamenti già concessi con il Pnrr”, ha spiegato ieri al collega Mario Barresi sulle colonne de La Sicilia, l’autonomista e presidente dell’Ati, Fabio Mancuso.
Ma, nel frattempo, l’ira di buona parte dei sindaci è già scattata. E, nel centrodestra, la bandiera a scacchi ha dato il via al Mpa contro tutti

Bonanno: “Commissariamento da revocare”

“Con tanti colleghi abbiamo lavorato per trovare una intesa che avesse come obiettivo la tutela dell’interesse pubblico in un settore strategico del nostro territorio, la gestione dell’acqua per i prossimi 30 anni. La scelta di commissariare l’ATI e non dare, quindi, la possibilità ai sindaci di determinarsi in tal senso risulta essere incomprensibile considerato che si stava lavorando per trovare una convergenza tra le parti. Auspichiamo pertanto, una revoca dell’atto di commissariamento e una presa di posizione del presidente Schifani”, interviene il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno.
E già in queste ore ad intervenire sarà proprio il Governatore attraverso l’assessore Di Mauro che dovrebbe annunciare lo stop all’azione intrapresa con la nomina della Commissaria.

Assemblea urgente

Ieri pomeriggio a Gravina di Catania si sono incontrati buona parte dei 58 sindaci della provincia con l’intento di chiedere la convocazione con urgenza dell’Assemblea dei rappresentanti dell’ATI per lunedì 8 gennaio in prima convocazione ore 9 e martedi 9 gennaio ore 15 in seconda convocazione. 

All’ordine del giorno: la presentazione di un’istanza di annullamento in autotutela del d.a. n. 69/Gab del 29.12.2023; il conferimento di un incarico legale per l’impugnazione del d.a. n. 69/Gab del 29.12.2023; la revoca determina n. 12 del 06.12.2023 con cui il Presidente dell’ATI Catania ha affidato incarico di consulenza legale avente ad oggetto l’assistenza nel procedimento di approvazione della convenzione di gestione aggiornata da sottoscrivere con la soc. SIE Servizi Idrici Etnei S.p.A.; la revoca conferimento di un incarico legale per la difesa dell’ATI nell’incidente di esecuzione promosso da SIE s.p.a. nel giudizio CGARS r.g. n. 413/2022; la determinazioni su schema di convenzione ATI/SIE; la nomina componente Consiglio Direttivo.

Ed i sindaci che – a ieri sera – avevano firmato la convocazione dell’assemblea erano stati quelli di Catania, Aci Castello, Aci Catena, Acireale, Biancavilla, Bronte, Camporotondo, Castel di Iudica, Gravina, Licodia Eubea, Maletto, Mascalucia, Misterbianco, Ramacca, Riposto, Raddusa, San Cono, San Gregorio, Santa Maria di Licodia, Sant’Agata li Battiati, Sant’Alfio, Trecastagni, Tremestieri, Valverde e Viagrande. 

Barbagallo (Pd): “Pronti a ogni azione”

In questo clima tutt’altro che disteso, va segnalata la presa di posizione del Segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo che rispedisce al mittente quelle voci che vorrebbero sull’argomento un tandem democratico-autonomista: “Siamo molto preoccupati per la situazione che si è venuta a creare. Il Pd, con i suoi sindaci, ha chiesto sin dall’inizio di poter entrare nel merito delle problematiche e sulla legittimità degli atti: tutte questioni sulle quali non si è potuto fare chiarezza perché il centrodestra ha dato seguito ad una saga continua di liti, facendo mancare il numero legale.
Lo sterile tentativo di addossare la responsabilità alla parte dei sindaci che rappresentano la minoranza dell’Ati, è veramente incomprensibile. Ripeto, la situazione è grave e siamo pronti a intraprendere qualunque tipo di azione. Non solo politica”.


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