CATANIA – Con 24 favorevoli su 32 presenti, alle 22.43, dopo quasi tre ore di discussione, il consiglio comunale approva il Bilancio di previsione 2025-2027. Un documento “ingessato” e votato al rigore, a detta di tutti, che lo stesso assessore Giuseppe Marletta definisce più volte prudente.
Marletta: “Un percorso prudenziale”
Pochi, d’altronde, i guizzi, non solo economici, per un ente di fatto non ancora fuori dal dissesto e sul quale pesa l’approssimarsi della chiusura della procedura, prevista per il prossimo 29 gennaio. “Presentiamo il risultato del nostro lavoro – esordisce il rappresentante della giunta comunale nell’illustrare la delibera. Un Bilancio – precisa – che mantiene le stesse attenzioni e lo stesso rigore del piano di riequilibrio”.
Numeri simili a quelli dell’anno passato, in termini di trasferimenti e di riscossione, ad esempio, con qualche previsione ottimistica e con particolare attenzione alla misura 20, ovvero agli accantonamenti “che hanno ancora un peso importante”, sottolinea Marletta. “Si è deciso di mantenere un percorso prudenziale per poter affrontare il residuo della massa passiva che l’Organismo straordinario di liquidazione ci consegnerà”.
Gli interventi
Quale sarà l’ammontare dei debiti ancora da pagare e che dunque confluirà nel bilancio, ancora non si conosce. È questo uno degli aspetti che caratterizza il dibattito che prende vita subito dopo la presentazione della delibera. Animato in particolare dagli esponenti dell’opposizione ma anche da quelli del gruppo di maggioranza Grande Catania, particolarmente critici sulla questione Asacom. Il servizio di assistenza agli alunni disabili, tagliato e poi ripristinato anche in seguito a pronuncia del Tar, resterebbe sottodimensionato. Lo evidenzia nel suo intervento il capogruppo del Misto, Graziano Bonaccorsi. “Dai 18 milioni ai 10 odierni – dice – dove le troveremo le risorse?”.
La questione sta a cuore a tutto il consiglio, che infatti approva all’unanimità dei presenti – 33 – l’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Grande Catania, Orazio Grasso, per impegnare l’amministrazione a garantire le somme per il servizio.
Tornando al dibattito, ad aprire le danze è il capogruppo del Partito democratico, Maurizio Caserta che, pur riconoscendo lo sforzo degli uffici nel risanamento dei conti, contesta la mancanza di visione. “I numeri sono lì. Questo bilancio è un atto degli uffici – afferma – ma noi ci aspettiamo di più della semplice illustrazione di cifre che non cambieranno”.
Gianina Ciancio, che prende la parola subito dopo, esprime “perplessità generale sui conti del Comune”, in particolare sul Fondo contenziosi, anche alla luce di quanto espresso nel parere reso al Bilancio da parte del Collegio dei Revisori dei conti. “Se scrivono che potrebbe non essere congruo un morivo ci sarà”, dice. Ciancio parla anche delle somme provenienti dalla Regione, non inserite nel Bilancio seppur dovute al Comune, relative alla compensazione per le comunità vicine alle discariche o alle strade percorse dai mezzi della nettezza urbana. Circa 600 mila euro che il Comune non avrebbe incassato.
“Vorrei capire se la fusione tra Sidra e Catania rete gas è stata fatta oppure no, dato che la delibera doveva essere ritirata” – chiede Graziano Bonaccorsi, riferendosi alla nascita della Sidrag che, stando alle parole dell’assessore Marletta, potrebbe arrivare a compimento con la nuova governance dell’azienda che attualmente gestisce il servizio idrico.
Argomenti trattati anche dal capogruppo del Movimento per l’autonomia, Grasso, e dall’esponente democratici, Matteo Bonaccorso.
“È un bilancio coerente con il percorso di sofferenza che il Comune sta patendo dalla dichiarazione di dissesto – interviene l’esponente autonomista Serena Spoto. Che torna sul parere dei revisori dei conti e sulla necessità di monitorare le previsioni, in relazione ad esempio alla riscossione della Tari “per non avere incongruenze nel bilancio”.
L’assenza di misure per le politiche giovanili è quel che ribadisce il democratico Damien Bonaccorsi, al quale risponde seccamente l’esponente di Fratelli d’Italia, Alessandro Campisi.
Via libera al Bilancio
Il dibattito si chiude. L’aula vota dieci emendamenti: passa solo il primo, presentato dall’amministrazione comunale. Gli altri, come detto, non hanno parere favorevole. Infine il voto sul Bilancio, che viene approvato da 24 consiglieri, 3 astenuti e 5 contrari.