Catania e il 'buco di bilancio': “Nel 2018, debiti per 100 milioni”

Catania e il ‘buco di bilancio’: “Nel 2018, debiti per 100 milioni”

Il processo si celebra dinanzi al Tribunale con 28 imputati
LA DEPOSIZIONE
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CATANIA – Nel 2018, al Comune di Catania, i debiti fuori bilancio erano superiori ai 100 milioni di euro. Ne ha parlato un consulente della difesa, testimone al processo sul presunto buco di bilancio di Palazzo degli elefanti. Tra i 28 imputati figurano revisori e vari esponenti istituzionali del tempo che hanno amministrato l’ente tra il 2013 e il 2018, tra cui l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco. 

Il processo si celebra dinanzi al tribunale, presieduto da Alessandro Ricciardolo. L’accusa è sostenuta dal Pm Fabio Regolo. Gli imputati sono accusati a vario titolo di falso ideologico. Ex sindaco, alcuni assessori e revisori dei conti in carica all’epoca delle contestazioni, tra l’altro, avrebbero “falsamente attestato la veridicità delle previsioni di entrata”. Lo avrebbero fatto anche se “consapevoli della sovrastima”. E inoltre avrebbero “dolosamente omesso l’iscrizione nell’atto contabile di somme sufficienti a finanziare gli ingenti debiti fuori bilancio”.

Il consulente della difesa

Le indagini sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania. In aula ha deposto il consulente di uno dei revisori a giudizio. A esaminarlo per primo è stato il suo legale, l’avvocato Marcello Scurria. 

“Dopo la prima versione del piano originario, sono state approvate quattro rimodulazioni barra riformulazioni del piano di riequilibrio del Comune, fino al 2018 – ha detto il consulente -. Si è trattato di revisioni che sono state preventivamente autorizzate dal legislatore per alcune specifiche finalità previste dalle disposizioni normative”. 

Le domande del difensore

Per il testimone, le successive modifiche del piano di riequilibrio non figurerebbero nella consulenza dell’accusa depositata al processo. “Le sembra che si possa arrivare a conclusioni corrette senza tenere conto dei piani di riequilibrio che sono stati approvati dopo il 2013?”. Ha chiesto l’avvocato Scurria. “Ritengo che non sia possibile arrivare a delle conclusioni certe, affidabili e corrette nella misura in cui un percorso di risanamento è caratterizzato da una dinamicità”. 

A quel punto la difesa ha chiesto di mettere in rapporto i debiti censiti nel 2013 con quelli del 2018. “Nel 2013 – ha spiegato il consulente – le passività potenziali erano meno di 10 milioni, mi sembra 8, invece i debiti fuori bilancio erano oltre 90 milioni. Dalle informazioni che ho avuto modo di leggere e di apprendere attraverso altri atti del procedimento, mi sembra che i debiti fuori bilancio nel 2018, al momento in cui poi è stata fatta l’ordinanza di predissesto, da parte della Corte dei Conti, fossero ben superiori ai 100 milioni di euro, quindi sono aumentate ed è aumentata tantissimo anche la quantificazione delle passività potenziali da contenzioso passivo”. 

Il controesame del Pm

Nel corso dell’esame, il Pm Regolo ha chiesto chiarimenti al teste in relazione al contenuto dei pareri forniti dai consulenti. Le domande hanno visto un’obiezione della difesa, che ha portato il presidente Ricciardolo a intervenire. Il presidente ha chiesto al testimone di chiarire meglio uno dei concetti espressi in relazione al parere.

Il parere dell’organo di revisione è un parere reso al Consiglio Comunale per renderlo edotto di tutte le informazioni tecniche all’interno del documento contabile – ha sottolineato – che deve essere approvato e che serve in qualche modo a informare il Consigliere Comunale affinché questo possa assumere la propria decisione in maniera consapevole”. 

E ancora: “Dopodiché non deve orientarla strettamente, abbiamo detto che non ha un carattere vincolante, quindi se il parere è favorevole il Consigliere può assumere una delibera contraria e viceversa”.

Si tornerà in aula il 28 novembre, con i prossimi testimoni delle difese. I testimoni dell’accusa sono già stati sentiti.


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