CATANIA – L’architetto Gabriella Sardella è stata Direttore del settore urbanistica di Catania dal 2009 al luglio del 2016. Il processo al “Buco di bilancio” a Palazzo degli elefanti ha visto la sua deposizione dinanzi al Tribunale collegiale presieduto da Alessandro Ricciardolo.
Il processo sul “buco di bilancio”
L’ex dirigente del Comune di Catania ad inizio dell’anno ha presentato tre esposti (nel concreto, uno integrato con altre due specifiche note) alla Procura. Che sono stati acquisti nel processo sul buco di Bilancio. Lo ha fatto dopo avere ascoltato l’audizione del suo successore all’urbanistica, l’ingegnere Biagio Bisignani.
“Ho ascoltato che ha riferito che tutte le entrate da oneri concessori erano in forte decrescita e non si faceva più di 1 milione/1 milione e 200 mila euro”. Per l’architetto Sorbello la dichiarazione diventa un’accusa: quella di avere gonfiato le previsioni di entrata.
“Eravamo in un momento di Riequilibrio ed io avevo in previsione di entrata 2 milioni/2 milioni e 200 mila. Ed ho poi prodotto la determina nella quale abbiamo verificato come il Comune avesse incassato fino a 3 milioni di euro”.
Il racconto
Al processo sul buco di Bilancio, le riposte dell’architetto Sardella si protraggono per oltre un’ora e trenta minuti. Parte con l’interrogatorio del pm Fabio Regolo e prosegue con quello degli avvocati della difesa che vede 28 imputati. “Non è stata riferita una circostanza seria sui conto correnti. Ovvero, che i nostri conti correnti (quelli dell’urbanistica, ndr) venivano pignorati. Somme che per noi erano incassate, non erano nella nostra disponibilità.
Nell’esposto spiego cos’è successo. Nelle operazioni di accertamenti straordinari in vista dell’avvio del decreto legislativo 118 ci fu una riunione in direzione generale – direttore la dottoressa Liotta -: dopo qualche giorno arrivò il tabulato dei residui attivi ovvero dei crediti che vantava l’ente.
Mi venne riferito che nel mio settore ci fossero somme già incassate per 1 milione di euro: mi adoperai allora per depennarle, visto che le avevamo incassate. Nemmeno qualche giorno dopo ricevetti una lettera dall’allora ragioniere generale, Ettore De Salvo, nella quale mi diceva che non potevo levare quelle somme perché risultavano pignorate. Risposi che, a maggior ragione, non avrei potuto mantenere quelle somme tra i residui”.
“Subii un pressing pazzesco”
Il racconto della teste, che in avvio del processo sul buco di Bilancio non figurava nella lista iniziale del pubblico ministero, è circostanziato. E perimetra anche episodi specifici. Come quello del 2016. “Subii un pressing pazzesco dalla Ragioneria affinché cambiassi quella determina. Venivo accusata di non rispettare il Regolamento di contabilità. Io andai avanti e non ritirai nulla. Nel 2018 arrivarono, poi, le note della Corte dei conti che sanzionarono pesantemente il fatto che queste somme pignorate erano rimaste tra i residui attivi.
C’erano numeri che, evidentemente, erano tutt’altro che da risanamento. Io mi preoccupai tantissimo. Ed è questa la ragione per la quale incominciai a fare tutte le copie di quello che ho firmato perché ho detto qui non finirà bene. E io devo essere nelle condizioni di aver fatto bene il mio dovere”.
Ed ancora: “Mi chiamò la Liotta in una telefonata che non potrò mai dimenticare. Mi venne detto che il sindaco era molto seccato per la questione dei residui perché così non potevano essere pagati gli stipendi dei dipendenti e che non sarebbero arrivati nemmeno i trasferimenti dallo Stato. Che così si andava al dissesto.
Una telefonata pesantissima. All’agosto del 2016 io vengo trasferita con un provvedimento senza motivazione. Sarebbe rientrato tutto nell’ordine delle cose, non fosse altro che vengo trasferita all’anagrafe pur essendo tra i dirigenti più anziani, anche in materia di Bilancio. E soprattutto di area tecnica. Mi sono ritrovata a parlare di certificati di nascita e di morte”.
Ed a proposito del suo trasferimento, la Sardella spiega anche di aver “detto no ad una grossa pratica urbanistica”.
L’aggiornamento
Il processo sul buco di Bilancio al Comune di Catania si è aggiornato al prossimo 21 febbraio. Per sentire i residui testi della difesa e per le richieste di prova contraria sull’esame del racconto della Sardella.